Juve da metà classifica: tira poco e segna meno, il gioco di Allegri non decolla
Rosicchiare punti prima della sosta. Basta partire da questa frase di Massimiliano Allegri per capire cosa è la Juventus oggi e quali sono le prospettive a cui può ambire almeno nell'immediato in Serie A. Una formazione di metà classifica nonostante abbia in rosa calciatori la cui cifra tecnica è sicuramente superiore rispetto alla resa e ai risultati sul campo. Il pareggio a San Siro contro l'Inter non cambia d'una virgola la situazione in graduatoria (-10 da Milan e Napoli in vetta). Il modo in cui è maturato, l'atteggiamento tattico e le scelte del tecnico alimentano riflessioni critiche.
Se da un lato c'è una difesa meno sguarnita e un po' più salda rispetto all'avvio di stagione, dall'altro le note dolenti restano. "Sono un suo ammiratore ma questa volta non mi ha convinto – ha ammesso Fabio Capello a margine del match contro i nerazzurri -. Per 65 minuti la squadra non ha giocato e poi non non ho capito la posizione di Chiesa, tenuto sulla destra e lontano dalla porta mentre stai perdendo".
L'impiego dell'ex calciatore della Fiorentina è uno dei punti (non l'unico) da cui partire per spiegare, numeri alla mano, la difficoltà palese della Juventus nel rendersi pericolosa, creare buone occasioni da rete, arrivare al tiro. La lacuna è palese partendo da un dato molto semplice, il rapporto tra gol fatti (13) e subiti (11) che tiene i bianconeri a livello della Viola. Un aspetto che trova conferme nello specifico anche in un altro fattore: in campionato i bianconeri sono solo decimi quanto a tiri effettuati a partita. In media arrivano a 13.22: meno anche di Torino (13.78), Bologna (13.89), Sassuolo (14) ed Empoli (14.44) che hanno altre aspettative di classifica; quota inferiore rispetto alle avversarie in corsa per lo scudetto oppure la Champions League (Inter 14.44, Atalanta 14.56, Napoli 14.67, Milan 15.22, Roma 16.44).
Definita la "mole" dei tiri, nel dettaglio c'è ancora qualcosa che non va: la Juventus è nona anche prendendo in esame gli expected goals: fotografano la qualità del potenziale offensivo, la bontà di un'azione da gol e ne misurano le probabilità che un determinato tiro si tramuti in rete. Il dato dei bianconeri è 12.4 (calci di rigore compresi) dietro Sassuolo (12.8), Verona (13), Lazio (14.1), Roma (15.6), Napoli (16.3), Atalanta e Milan (16.6), Inter (17.8). Numeri che limitano l'orizzonte della ‘vecchia signora', poco al di sopra della linea di galleggiamento, a dibattersi tra Conference League ed Europa League e un po' meno certezze di chiudere tra le prime quattro.