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Juve, Cristiano Ronaldo è un caso: i numeri e le responsabilità di Sarri

Rispetto all’anno scorso, Cristiano Ronaldo segna con meno frequenza. Tira di più, ma è meno pericoloso. Il suo contributo in termini di passaggi e contrasti cala. Il portoghese è il capocannoniere bianconero, ma Dybala brilla di più. CR7 non si sta adattando al 4-3-1-2 con Higuain. Diverso lo scenario in nazionale.
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Cristiano Ronaldo adesso è un caso. Nel passaggio da Allegri a Sarri, il suo rendimento è peggiorato. E' meno incisivo, meno decisivo, meno partecipe nelle due fasi. Il work in progress bianconero in attacco, un rebus ancora senza soluzione, ha portato Maurizio Sarri a valorizzare Paulo Dybala, tornato a brillare da quando gioca più vicino alla porta. Ma le idee del tecnico toscano hanno finito per allontanare CR7 dal centro della scena.

I gol: CR7 segna con meno frequenza

Cristiano Ronaldo ha giocato 955 minuti per undici presenze complessive nella Juve in Serie A. E' il capocannoniere bianconero con sei reti, ovvero una ogni 159 minuti. L'anno scorso, in 31 presenze in campionato, ha mantenuto una media di una retw ogni 128 minuti. E non è certo l'unico dato che evidenzia come CR7 sia diventato meno centrale per l'attacco della Juve nella gestione Sarri.

Tira di più, ma è meno pericoloso

Ronaldo tira più dell'anno scorso, ma è meno pericoloso. La media di conclusioni ogni 90 minuti è cresciuta da 5.85 a 6.22, ma gli expected goals per 90 minuti scendono da 0.78 a 0.68, la più bassa dal 2014-15. Anche considerando solo le azioni vere e proprie, escludendo invece le occasioni nate da calcio piazzato, la pericolosità del portoghese in termini di expected goals scende da 0.43 a 0.39 ogni 90′.

La perdita di pericolosità non dipende, in questo caso, dalla distanza rispetto alla porta: sul totale dei tiri, infatti, la percentuale di conclusioni da fuori area si è ridotta dal 39,4 al 36,3%. Tuttavia, nella configurazione tattica di Sarri, Cristiano Ronaldo occupa meno stabilmente il centro dell'area, conclude da posizioni più angolate. Una conseguenza è la riduzione della probabilità di segnare di sinistro o di testa rispetto all'anno scorso, che si traduce in un livello più basso di expected goals per tiro.

I tiri di Cristiano Ronaldo in questa stagione: rispetto all'anno scorso, la pericolosità è ridotta
I tiri di Cristiano Ronaldo in questa stagione: rispetto all'anno scorso, la pericolosità è ridotta

Gioca più largo e partecipa meno al gioco

In questa stagione, Cristiano Ronaldo ha servito un assist in undici presenze, uno in meno rispetto a quanto stimato dal modello degli expected assists. L'anno scorso ne aveva forniti otto, quasi tre in più di quanto il modello teorico ne riconosceva come probabili in base alla posizione in cui si trovava o al tipo di passaggio. Si conferma un Cristiano Ronaldo poco performante, che si mette nelle condizioni di segnare di più e di fornire più assist, ma poi nel passaggio dalla teoria alla pratica si perde.

Ronaldo tocca più palloni, completa 0.5 passaggi in più ma è leggermente meno preciso sia nella propria metà campo che in quella avversaria. Meno accurato anche nei cross, il portoghese galleggia tra l'area e la fascia sinistra, un po' italiano e un po' ala. Anche da attaccante in un 4-3-1-2, la posizione più esterna di CR7 lo allontana dal compagno di reparto. Lo si vede chiaramente in questa azione, che fa riferimento alla sfida di Champions League contro l'Atletico Madrid.

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In questa situazione, durante Juventus-Spal, CR7 è largo a destra ma non è il più avanzato nello schieramento bianconero, che sul fronte opposto sta beneficiando dell'inserimento negli spazi aperti di Ramsey.

Cristiano Ronaldo, in bianco, è largo a destra mentre la Juve risale il campo (fonte: Total Football Analysis)
Cristiano Ronaldo, in bianco, è largo a destra mentre la Juve risale il campo (fonte: Total Football Analysis)

Anche nella partita contro il Milan, prima della sostituzione e della polemica che si è generata per il suo scoppio d'ira contro Sarri, Ronaldo incide poco. In questo match, CR7 gioca accanto a Higuain in attacco. La coppia tra il portoghese e il Pipita funziona se il resto della squadra apre il campo e la difesa avversaria, in modo da lasciare i due a sfidare nell'uno contro uno i centrali. Altrimenti, per quanto complementare possa essere l'occupazione degli spazi, i due faticano di più a scambiare nello stretto.

Contro i rossoneri, poi, Ronaldo e Higuain si dispongono a metà fra i difensori e i centrocampisti del Milan, e partecipano poco al pressing alto. Questo, se da un lato ha finito per spaesare Bennacer, ha tolto fluidità all'azione offensiva della Juve.

Vince meno contrasti, viene dribblato di più

Si riduce, non a caso, il contributo di Cristiano Ronaldo in termini di recuperi a partita. Il portoghese riconquista il possesso 0.7 volte in zona offensiva (0.6 la scorsa stagione). Ma è meno efficace nei contrasti rispetto a un anno fa. Ne vince 4.4 di media: erano 5.1 l'anno scorso. La differenza si vede soprattutto nei duelli aerei vinti, che scendono da 1.6 a 1.1.

Non solo: nel confronto con il rendimento nello scorso campionato, emerge come Cristiano Ronaldo venga dribblato con una frequenza leggermente maggiore, da 0.3 a 0.5 volte a partita. E si trova anche più spesso in fuorigioco.  Segnali di un giocatore che fatica a trovare la sua posizione in campo, a integrarsi in un meccanismo offensivo in cui gli uomini sono troppo spesso distanti pur nel contesto di una squadra che vorrebbe risalire il campo velocemente attraverso la densità nella zona della palla.

Cristiano Ronaldo in nazionale: rispetto alla Juve, cambia tutto

In nazionale, lo scenario cambia. Cristiano Ronaldo gioca da attaccante di movimento, riferimento offensivo centrale in un 4-3-3, o 4-2-3-1, che prevede Bernardo Silva e Guedes larghi con facoltà di tagliar dentro negli spazi di mezzo e alleggerire la pressione dei difensori su CR7. Un meccanismo che ha dimostrato di funzionare bene nella finale di Nations League che il Portogallo ha vinto contro l'Olanda.

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In questa azione Bernardo Silva porta palla, e con il suo inserimento sta portando Van Dijk fuori posizione. Intanto Guedes è pronto a sfruttare il corridoio che si apre e andare così in appoggio a Cristiano Ronaldo, in attesa sul lato debole.

Il Portogallo riesce a tenere i centrocampisti alti anche in fase di pressing, e confida nella libertà di Cristiano Ronaldo, alleggerito nei suoi compiti offensivi dalla presenza dei compagni a ridosso dell'area. I suoi movimenti a elastico, dentro e fuori dall'area, risultano così più efficaci.

Invece nella Juve, che occupa diversamente l'area, in cui il meccanismo offensivo prevede la sovrapposizione dei terzini per svuotare la zona centrale e favorire gli inserimenti anche da dietro del trequartista, CR7 avrebbe bisogno di un contro-movimento, di accentrarsi con maggiore frequenza e velocità per non trovarsi in spazi stretti sulla fascia sinistra. Oggi Cristiano Ronaldo ha più bisogno dei compagni che aprano spazi e corridoi da sfruttare vicino all'area. La Juve, dunque, ha bisogno di un CR7 più attaccante. Con un giocatore così, cruciale per ragioni non solo sportive, raggiungere un punto di incontro sarà centrale per il futuro di Sarri.

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