Juve-Barcellona, la tragica serata di Marco Pacione: i gol sbagliati e la cessione a fine anno
La Treccani spiega il significato del sostantivo maschile ‘ricordo' così: "L’atto, il fatto del ricordare, di rievocare alla mente immagini, nozioni, persone, avvenimenti". Se c'è un'immagine e un personaggio che molti tifosi della Juventus, soprattutto quelli più anziani, e molti appassionati di calcio associano al Barcellona è quella di Marco Pacione. Nel mese di marzo del 1986 i bianconeri allenati da Giovanni Trapattoni trovarono il club catalano nel loro percorso in Coppa dei Campioni ed era l'incrocio più interessante del round.
Nella gara d'andata al Camp Nou decise un gol di Juan Alberto all'82', che con un tiro passato tra mille gambe davanti a Tacconi, fece partire in vantaggio la squadra culé in vista del ritorno di Torino. Al Comunale la Juventus non partì con il piede giusto, visto che subì il gol di Steve Archibald al 30′, ma dopo il pareggio di Michel Platini i bianconeri non riuscirono più a trovare la via del gol anche a causa della serata nerissima di Marco Pacione da Pescara.
Il ventiduenne attaccante abruzzese quella sera era chiamato a sostituire il titolare Aldo Serena ma incappò in una serata sfortunata e sciagurata, segnata da errori piuttosto grossolani in zona goal: il pubblico del Comunale di Torino non fu molto gentile nei suoi confronti e anche il portiere dei catalani, Urruticoechea, a fine partita regalò la sua sintesi non proprio carina nei suoi confronti: "Pacione è stato un amico".
Quella serata e di un'annata non all'altezza delle aspettative della dirigenza bianconera, che lo aveva prelevato nell'estate del 1985 dall'Atalanta; Pacione viene ceduto al Verona nel calciomercato estivo del 1986. Con gli scaligeri gioca due stagioni discrete a livello di prestazioni e dopo aver collaborato alla qualificazione in Coppa Uefa nella stagione 1987/1988, quella successiva fu l'ultima con la maglia scaligera ma a livello personale riuscì a prendersi la rivincita sulla sua ex squadra. Pacione non andò in rete nelle prime 16 partite di campionato e nella sfida alla Juventus al Bentegodi realizzò una bellissima doppietta che sancì la vittoria veronese per 2-0. Il 12 febbraio 1989 Pacione si prese la sua personale rivalsa nei confronti di chi lo aveva giudicato e colpevolizzato per una partita sbagliata.
Questo tipo di situazioni vengono definite dalla Treccani con il termine ‘rivincita': "Rifarsi di una sconfitta subita, di un insuccesso, in qualsiasi tipo di competizione". Il calcio dà e il calcio toglie. Una regola non scritta ma che spesso trova riscontro sul campo.