Juve accerchiata dalle inchieste, la Uefa: “È sotto indagine, sarà giudicata come tutti i club”
La Juventus va in campo, gioca, fa punti e in campionato ne conta come se non ci fosse penalizzazione (47, lo ha ribadito anche il tecnico Allegri) nell'attesa che il ricorso al Collegio di Garanzia del Coni decida sulle obiezioni sollevate nei confronti della sentenza della Corte d'Appello Federale che ha inflitto il -15 in classifica. La confermerà, la annullerà (nel caso fossero rivelati vizi di forma o violazioni) oppure rispedirà la questione dinanzi alla stessa CAF. La tempistica è agli sgoccioli: una volta presentata opposizione da parte dei bianconeri (il limite è entro il 1° marzo), arriverà il verdetto nel giro di pochi giorni.
Ma non è l'unico fronte aperto: le manovre stipendi (per le quali rischiano squalifiche tutti i calciatori coinvolti e firmatari), la questione dei rapporti opachi con le società entrate nella rete dei bianconeri, l'udienza preliminare dell'inchiesta Prisma (27 marzo) e infine il capitolo Uefa accerchiano la società torinese. Quest'ultimo potrebbe essere esiziale al di là dei confini della Serie A e avere effetti devastanti quanto a introiti economici.
La posizione della Federazione continentale, almeno per adesso, è stata di attesa. La conferma arriva anche dal vice-segretario generale, Giorgio Marchetti, che nel suo intervento durante la trasmissione "la Politica nel Pallone" ha chiarito in buona sostanza che prima di prendere una decisione la Uefa attende che sul tavolo arrivino documentazioni certe da prendere in esame per valutare eventuali provvedimenti.
"La Uefa si comporta nel rispetto dei regolamenti – ha ammesso Marchetti -. La Juventus è attualmente sotto indagine e anche se una sentenza c'è già stata, a breve si discuterà un appello. Aspettiamo di vedere la documentazione su tutti i dossier per capire se ci sono dei profili concernenti i regolamenti Uefa".
Cosa può accadere alla società? Il nodo degli ultimi bilanci, quelli in base ai quali è stato sancito il settlement agreement (un piano concordato per rientro nei parametri del fairplay finanziario) è determinante: se dall'indagine aperta dalla Federazione emergeranno incongruenze sulla situazione finanziaria del club allora l'Organo di Controllo potrebbe di fatto stracciare quell'intesa e la Juve essere sanzionata anche con l'esclusione dalle Coppe.
Giustizia ordinaria, sportiva e poi c'è il capitolo della Superlega, quel tentativo da parte di alcune società (Real Madrid, Juventus e Barcellona) di dare vita a un torneo continentale alternativo alla Uefa. È un'altra ferita aperta nell'ambito dei rapporti con Nyon. "È un piano pericoloso, che vuole salvare poche società ma non il calcio", ha aggiunto Marchetti nel suo intervento. "Un tentativo di avvicinamento non dipende dalla Uefa. Sono società fondamentali per il calcio europeo, ma sta a loro decidere. E l’Uefa non è un monolite, si prendono decisioni di concerto con gli stakeholders".
La Federazione ha già presentato il nuovo format della Champions League dal 2024-2025 che prevede un numero maggiore di squadre (36) e partite (un minimo di 8) ma senza più la struttura tradizione della fase a gironi. Un cambiamento che garantirà – secondo Marchetti – "una maggiore varietà di partite, con più imprevedibilità e interesse sportivo". La Juve lo vedrà da lontano o ne farà parte? È un'incognita che pende come mannaia tra capo e collo.