Juan Jesus spiega la regola al Milan: “Fuorigioco attivo, Giroud è bello grosso”
Se qualcuno pensava che l'introduzione del VAR avrebbe spazzato via tutte le polemiche arbitrali, l'obiettivo è ben lontano dall'essere raggiunto. Non solo nel calcio italiano, che su questa materia ci ha costruito una solida nomea internazionale, ma anche in scenari e con protagonisti insospettabili, vedasi il durissimo sfogo di Jurgen Klopp nei confronti del direttore di gara ieri al termine di Tottenham-Liverpool.
Il punto è che su alcune fattispecie non oggettive, come lo sono invece una palla che entra o meno in porta oppure la posizione di un giocatore che si invola verso la porta avversaria, la tecnologia non può nulla. In casi come la valutazione dell'entità di un contatto oppure il ruolo attivo o passivo di un giocatore in fuorigioco, il VAR fa un passo indietro e resta intatta la totale discrezionalità dell'arbitro in campo nell'applicare – e spesso interpretare – il regolamento.
È il caso di quanto accaduto domenica sera a San Siro nei minuti finali di Milan-Napoli, quando Davide Massa ha annullato il gol del pareggio rossonero di Kessié giudicando attivo il fuorigioco di Giroud: secondo lui il francese avrebbe ostacolato Juan Jesus impedendogli di respingere al meglio il pallone. La procedura di chiamata a rivedere l'azione da parte del VAR è stata corretta, ma la decisione finale del fischietto ligure ha scatenato le veementi proteste rossonere, in primis del tecnico Pioli.
Proteste rispedite fermamente al mittente da Juan Jesus, co-protagonista dell'azione decisiva con Giroud: "La regola penso che è chiara, ovviamente è un fuorigioco attivo perché non mi lascia giocare pulito. Potevo intervenire meglio, ma con l'uomo addosso non ho potuto farlo, Giroud poi è bello grosso. L'arbitro ha fatto bene, la regola deve essere rispettata", ha detto il brasiliano a DAZN.
Il 30enne difensore, lasciato libero dalla Roma la scorsa estate, appare rivitalizzato da Spalletti. Juan Jesus ha risposto presente quando è stato chiamato in causa dopo l'infortunio di Koulibaly: "Io sono in Italia da 10 anni, ho giocato nell'Inter e nella Roma – ha detto con orgoglio – Ho giocato in questo stadio per cinque anni, ero tranquillo e consapevole delle mie qualità. Sono sempre stato un professionista". Per lui – al di là dell'episodio finale – parlano le pagelle sui quotidiani di oggi: voti alti, al pari del collega di reparto Rrahmani, un altro che in questo avvio di stagione si sta prendendo più di una rivincita.