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Joselu e la frase a scuola che non dimenticherà mai: “Il calcio non ti darà da mangiare”

L’attaccante spagnolo Joselu, campione d’Europa col Real Madrid e con la nazionale iberica, non riesce a dimenticare cosa gli disse il suo insegnante di musica a scuola: “Mi disse di non dedicarmi al calcio, perché non avrei potuto mangiare con quello, e di dedicarmi alla musica”.
A cura di Paolo Fiorenza
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José Luis Sanmartin Mato, meglio conosciuto come Joselu, si sta godendo gli ultimi spiccioli di carriera – e soprattutto i relativi introiti – in Qatar, dove gioca con la maglia dell'Al-Gharafa (attualmente quarto in classifica) che lo ha prelevato la scorsa estate dal Real Madrid. Il 34enne attaccante spagnolo ha una bacheca piena ma soprattutto di grande valore: una Champions League (da protagonista, vedasi doppietta al Bayern in semifinale), due campionati e una Supercoppa spagnola vinti con il Real, nonché l'Europeo portato a casa con la Spagna qualche mese fa, oltre alla Nations League dello scorso anno. Tanti onori, ma anche tanti denari, visto che in carriera Joselu si è messo in banca parecchi milioni, con la ciliegina del biennale con l'Al Gharafa che gli verserà 8 milioni netti all'anno fino al 30 giugno 2026. Non esattamente quello che gli aveva predetto a scuola il suo insegnante di musica, quando gli disse di lasciare perdere il calcio perché non gli avrebbe dato da mangiare.

L'ammonimento dell'insegnante di musica a Joselu: "Non dedicarti al calcio, non ti darà da mangiare"

È una frase che a distanza di tanti anni l'attaccante nato a Stoccarda e poi trasferitosi in Spagna non riesce a dimenticare: "Mi disse di non dedicarmi al calcio, perché non avrei potuto mangiare con quello, e di dedicarmi alla musica perché in quel periodo suonavo il clarinetto, il pianoforte… La verità è che è una frase che non dimenticherò mai – racconta a ‘El Hormiguero' – Non ricordo esattamente cosa ho risposto, ma questo mi ha dato la forza per continuare. Ed è quello che cerco di trasmettere, che a 33 anni ho realizzato il mio sogno di giocare nel Real Madrid. E dico sempre la stessa cosa: che i sogni possono diventare realtà e non importa quanti anni hai, se lavori e cerchi di raggiungere il tuo obiettivo, vai avanti perché non è mai troppo tardi per raggiungerlo".

Joselu riavvolge il nastro dei ricordi: "Non mi piaceva molto studiare, mi piaceva giocare a calcio e mia madre è stata quella che ha sofferto di più per la decisione di andare a vivere da mia zia a Vigo. Quando avevo 11 anni firmai per il Celta, andai in un'accademia dove allora non avevano una residenza per i ragazzi e per fortuna mia zia lavorava a Vigo, mi mise a casa sua e mi ospitò per tre o quattro anni".

Joselu con Ronaldo e Brahimi durante il match di Champions League asiatica tra Al-Gharafa e Al Nassr lo scorso 25 novembre
Joselu con Ronaldo e Brahimi durante il match di Champions League asiatica tra Al-Gharafa e Al Nassr lo scorso 25 novembre

Le magliette non lavate di Cristiano Ronaldo

Nella sua chiacchierata ai microfoni del programma televisivo spagnolo, Joselu confessa che – a distanza di 13 anni da quando Cristiano Ronaldo gli diede la sua maglia – non l'ha mai lavata: "Non ha un cattivo odore… E poi l'altro giorno, quando l'ho affrontato nella Champions League asiatica, mi ha nuovamente regalato la sua maglia e neanche quella ho lavata. È vero che lavo la maggior parte delle maglie, ma ne ho alcune che mi piace mantenere così come sono. Non per l'odore, perché l'odore alla fine è qualcosa che va via con il passare dei giorni, delle settimane, ma mi ricorda il giorno in cui ha giocato, è macchiata d'erba… Allora, quelle più speciali, le ho sporche, non sono più di una dozzina su 300".

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