Josè Mourinho: “Avrò molti problemi perché non sono perfetto. Ma il razzismo non è uno di questi”

A José Mourinho è piaciuto sempre essere un uomo divisivo e ha saputo sempre alla perfezione cavalcare il momento per restare sull'onda. Con il calcio che gli ha dato spunti infiniti per farlo ovunque sia andato, ovunque abbia allenato. L'ultimo è arrivato in Turchia, alla guida del Fenerbahce: lo Special One è finito nell'occhio del ciclone per alcune frasi post derby contro il Galatasaray che per il club avversario e per la Federcalcio hanno avuto risvolti razzisti. "Nulla di più distante dalla mia storia" ha commentato Mourinho, "non conoscono il mio passato, verranno colpiti da questo boomerang".
La frase incriminata, la squalifica e l'offensiva di Mourinho e del Fenerbahce
Tutto è iniziato con il commento post derby sulla reazione della panchina del Galatasaray davanti alle prime decisioni arbitrali: "Sono saltati in panchina come delle scimmie". Parole forse infelici, per esprimere un concetto forte: la gara era stata arbitrata da un fischietto straniero al quale Mourinho aveva espresso le proprie congratulazioni, considerando gli arbitri turchi a favore del Galatasaray. Da lì in avanti si è scatenata la caccia alle streghe sulle parole di Mourinho che ha portato ad una vera e propria "guerra" di comunicati tra i club, fino alla decisione della disciplinare che lo ha sospeso per 4 turni (poi ridotti a 2) e la conseguente risposta del portoghese e del Fenerbahce che hanno denunciato l'atteggiamento di vessazione nei confronti del tecnico, per "danni morali dovuti alla violazione dei diritti personali".
Le parole di Mourinho: "Sono stati poco intelligenti, non conoscono il mio passato"
Dopo giorni di silenzio, per la prima volta Mourinho si sofferma su quanto accaduto. Prima ha lasciato parlare tutti, chi a favore chi contro. Ora ha preso la parola lo Special One, nella sua solita maniera: divisiva. "Sono sempre stato calmo, ero rilassato, non ero ferito: ho visto come potevano andare così in basso, ma non era un problema per me" ha iniziato nella sua esclusiva su Sky Sports. "Poi il giorno successivo e il giorno successivo e il giorno successivo ancora, quando ho iniziato ad analizzare le cose e ho notato il supporto del pubblico, perché a volte le persone ti supportano ma in modo nascosto, ho capito. Probabilmente anche alle persone cui non piaccio erano con me… Ma il supporto era era lì perché tutti sanno perfettamente chi sono come persona"
"Non sono stati intelligenti nel modo in cui mi hanno attaccato, perché non conoscono il mio passato. Non conoscono i miei legami con l'Africa, con la gente africana, con i giocatori africani e con le associazioni benefiche africane. Quindi, invece di rivoltarsi contro di me, penso che tutto si sia ritorto contro di loro: tutti sanno chi sono come persona. Tutti conoscono i miei difetti, ma questa non è una delle mie cattive qualità. Esattamente il contrario! Devo solo ringraziare le persone che non avevano problemi a parlare e soprattutto ai miei ragazzi, ai miei ex giocatori africani: sono stati una voce molto importante ma indipendenti da quella cosa" ha aggiunto Mourinho poi concludendo: "Più importante di tutto è che so chi sono e ovviamente l'attacco sul razzismo era una cattiva scelta"
Nessun pentimento per Mourinho: al Galatasaray chiesto un risarcimento per danni morali
Nessun pentimento per quanto accaduto o le frasi pronunciate a fine partita: "A volte mi pento di quel che dico o di quel che faccio e mi chiedo: ‘Perché l'hai fatto, José? Perché sei sceso a quel livello?'". Non sembra questo il caso, con Mourinho che è stato supportato in tutto e per tutto dal Fenerbahce che ha avviato anche una azione legale per risarcimento di circa 50 mila euro.