José Mauri disoccupato a 26 anni: “Voglio tornare ad essere un calciatore, anche in Serie B”
José Mauri è stato un calciatore precocissimo, avendo esordito in Serie A a 17 anni con la maglia del Parma, che lo aveva portato in Italia tre anni prima dall'Argentina. Dopo un'altra stagione in gialloblù in cui si impose stabilmente in prima squadra, nell'estate del 2015 – svincolatosi dopo il fallimento della società ducale – approdò a parametro zero al Milan, firmando un contratto di quattro anni con i rossoneri.
Arrivato con ottime credenziali per ricoprire un ruolo importante a centrocampo, il grintoso mediano non riuscì a dare seguito alle promesse, come testimonia il ruolino delle sue presenze in campionato con la maglia del Milan: 5 il primo anno, una soltanto il terzo, 5 l'ultimo, con in mezzo una stagione in prestito all'Empoli, coincisa con la retrocessione in Serie B dei toscani. Nel 2019, dopo la scadenza del suo contratto col Milan, José Mauri tornò in Argentina, firmando per il Talleres de Cordoba, poi lo scorso anno scelse di accettare l'offerta del Kansas City, esperienza terminata lo scorso aprile, dopo che non era stato neanche convocato per parecchie partite.
Un'avventura davvero deludente quella in Major League Soccer, dopo la quale José Mari ancora non è riuscito a trovare una nuova squadra: "Mi parlavano di un campionato in un modo e invece si è rivelato lì tutt'altra roba: non sono passionali, ero abituato all'Italia o all'Argentina dove si vive il calcio con passione. Era tutto più freddo e non mi sono mai sentito un calciatore, avevo perso quel fuoco che avevo: i soldi sono importanti, ma sentirsi giocatore lo è di più. Magari come strutture e ingaggi sono pronti, ma il contesto non è paragonabile. Sono arrivato con una motivazione e poi invece mi sembrava che stessi lì a lavorare: se perdevi o vincevi una partita era lo stesso".
Il centrocampista argentino naturalizzato italiano – ha giocato nelle Nazionali azzurre Under 16 e 17 – si è preso una lunga pausa sui social, ma ci tiene a smentire qualsiasi problema personale: "Non ero depresso, non sono mai stato un fanatico dei social, in quell'anno e mezzo ho preso questa pausa, ne avevo bisogno. Dopo che ho lasciato l'Italia per tornare in Argentina c'è stata la pandemia e in mezzo alla campagna non avevo niente da postare".
In Italia peraltro José Mauri ci è tornato poco tempo fa, il legame instauratosi col Belpaese è molto profondo, il nativo de La Pampa possiede anche un ristorante a Parma: "Dell'Italia mi manca il caffè, la pasta e la pizza, soprattutto quando ero in America. Tra aprile e maggio però sono tornato. Sono stato a Torino da Bonucci, a Roma da Reina e ho salutato tutti a Milanello: ho fatto foto con Maldini, ex compagni, ufficio stampa e magazzinieri, ma non ho messo nulla sui social perché come ho detto prima preferisco tenermeli per me questi momenti – racconta al sito di Gianluca Di Marzio – Do tanto merito a Maldini e gli ho fatto i complimenti di persona, Paolo non si rende conto di quanto sia grande e gliel'ho detto. Solo la sua presenza secondo me ha migliorato tutto".
A 26 anni José Mauri non vede l'ora di tornare a fare la cosa che ama di più, giocare a calcio, magari anche in una categoria inferiore: "L'idea è tornare in Europa, meglio se in Italia perché è un campionato che conosco e dove sono cresciuto. Ho parlato con un paio di club tempo fa, ma non sapevano ancora quale categoria avrebbero fatto quest'anno. Andare in B? Io prima di tutto voglio tornare ad essere calciatore e sono molto motivato. Mi sento pronto. La Serie B sarebbe un'esperienza da vivere, poi ci sono grandi squadre quest'anno. Mi alleno da solo da aprile, da quando ho lasciato gli Stati Uniti. Ho detto al Mister che non avevo nulla da fare lì, ho salutato tutti e me ne sono andato. Poi qualche giorno di vacanza e sono tornato in Argentina ad allenarmi: 5 giorni a settimana, la mattina in palestra, il pomeriggio in campo. Sono seguito da un preparatore personale e ogni tanto mi alleno con la piccola squadra del paese, lo Sportivo".
José Mauri scalpita per rientrare, se qualcuno avesse bisogno di un centrocampista di lotta e di governo non c'è neanche bisogno di sborsare un euro per il cartellino…