Jordan Henderson tradisce la causa LGBTQ+ per soldi: in Arabia Saudita i gay sono giustiziati
Oggi è arrivata l'ufficialità del trasferimento di Jordan Henderson dal Liverpool all'Al Ettifaq: anche il capitano dei Reds si è unito dunque alla folta schiera di giocatori che in questa sessione di mercato sono stati convinti dai ricchissimi stipendi dei club dell'Arabia Saudita a lasciare il calcio europeo per andare a cimentarsi in un torneo di livello molto inferiore. Per l'Al Ettifaq si tratta del primo colpo in tal senso: il 33enne centrocampista dell'Inghilterra troverà in panchina ad allenarlo il suo ex compagno al Liverpool Steven Gerrard, che è stato sponsor primo dell'operazione.
Anche nel caso di Henderson, si è trattato della classica "offerta irrinunciabile", soprattutto considerando l'età, il ruolo e il non essere un nome di grido come Ronaldo o Benzema. Il suo stipendio in terra araba sarà di oltre 40 milioni all'anno, ovvero quattro volte la cifra che prendeva al Liverpool. Ma la storia di ‘Hendo' non è uguale alle altre, porta con sé un retrogusto amaro: se ogni uomo ha un prezzo, colui che i tifosi dei Reds adoravano ha venduto agli arabi non solo le sue prestazioni sul campo ma anche il suo bene più prezioso, la propria anima.
La vicenda, che sta sollevando un dibattito molto animato in queste ore Oltremanica, è legata al ruolo di primo piano che Henderson aveva assunto nella sua carriera come portavoce dei diritti della comunità LGBTQ+. Nell'ottobre dello scorso anno, non dieci anni fa, il capitano aveva scritto in un match program del Liverpool: "La partita di questa sera si svolge sullo sfondo della campagna Rainbow Laces di Stonewall come parte della nostra iniziativa Red Together. Questa è sempre un'occasione che mi rende particolarmente orgoglioso di essere il capitano del club perché non potrei essere più forte nella mia convinzione che i valori che stiamo celebrando – unità, solidarietà, inclusione – non potrebbero essere più in linea con quelli del nostro club e della nostra città".
"Ho indossato regolarmente la fascia arcobaleno – scriveva Henderson – e oggi non farà eccezione, perché questo tipo di sostegno visibile può avere solo un impatto positivo. Invia anche il messaggio potente che il calcio è per tutti e più siamo in grado di portare questo messaggio nelle nostre case, nei luoghi di lavoro e nella vita quotidiana, meglio è. Più possiamo capire, più possiamo imparare e più possiamo stare insieme su questioni come questa, più ci muoveremo verso il tipo di società inclusiva che è più accogliente per tutti. Il calcio ha la sua parte da fare e, come ho detto, non potrei essere più orgoglioso di recitare la mia piccola".
Parole forti che all'epoca gli valsero applausi, ma che oggi sono la leva per dare a Henderson dell'ipocrita e del venduto: in Arabia Saudita essere gay è illegale e punibile con la morte, nel quadro più generale di una forte compressione dei diritti umani. La decisione del calciatore di tradire per denaro gli ideali per cui finora si era battuto è stata condannata dal gruppo di tifosi LGBT+ del Liverpool Kop Outs, che mercoledì ha supplicato il loro capitano di ripensarci in un tweet: "Quando Jordan Henderson ha incontrato Paul Amann dei Kop Outs nell'agosto 2021, ha detto che se mai ci fosse stato qualcosa che poteva fare per essere d'aiuto, sarebbe bastato chiedere. Quindi la richiesta è di mantenere le tue parole come un alleato dichiarato e sostenitore dei diritti LGBT+, dei diritti delle donne e della dignità umana fondamentale. Non andare in Arabia".
Un appello inutile, visto che dopo poche ore è arrivata l'ufficialità del trasferimento all'Al Ettifaq con un video in cui il club saudita – mostrando immagini della carriera di Henderson – ha tolto i colori arcobaleno alla sua fascia in maniera imbarazzante, mostrandola in bianco e nero.
Duro il commento su Twitter di Thomas Hitzlsperger, ex nazionale tedesco che in Italia ha giocato nella Lazio, che dopo essersi ritirato fece coming out: "Quindi Jordan Henderson alla fine si trasferisce in Arabia Saudita. Mossa giusta per lui, può giocare ovunque voglia giocare. Ma sono curioso di sapere come sarà il nuovo brand JH. Il vecchio è morto!. Per un po' ho creduto che il suo sostegno alla comunità LGBTQ+ sarebbe stato genuino. Stupido io…".
Dagli schermi di Sky Sports UK, il noto giornalista Kaveh Solhekol ha invece citato il motto del Liverpool ‘You'll never walk alone', frase che nelle scorse ore è stata usata da Henderson nel suo messaggio d'addio ai tifosi dei Reds: "Jordan Henderson ha detto ‘non camminerai mai da solo', il problema è che andrà in un Paese dove la gente cammina da sola. Se sei omosessuale in Arabia Saudita cammini da solo perché l'omosessualità è illegale, puoi essere giustiziato". Nulla che abbia fermato Henderson dall'andarsi a prendere la cifra spropositata messagli sul tavolo dagli arabi, esattamente come tutti gli altri campioni che nelle scorse settimane hanno fatto la sua stessa scelta.