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Joaquìn non regge alle emozioni, il discorso d’addio al calcio si tramuta in un lungo commosso pianto

L’addio al calcio giocato che si consumerà a fine stagione da parte di Joaquìn ha scosso il mondo del calcio spagnolo. E commosso tutti durante il suo discorso ufficiale in cui gli è stato tributato anche un inaspettato “pasillo”
A cura di Alessio Pediglieri
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Joaquìn Sanchez ha deciso di ritirarsi a fine stagione dal calcio giocato. Il centrocampista 41enne in forza al Betis di Siviglia ha annunciato la propria decisione nei giorni scorsi e ha organizzato una conferenza ufficiale in cui ha spiegato il motivo della sua irrevocabile decisione. Un discorso che ben presto si è trasformato in un lungo e commosso pianto costringendolo sempre più spesso a interrompersi emozionando tutti i presenti. Tra cui i propri attuali compagni che gli hanno regalato anche un "pasillo" d'onore in sala conferenze del club spagnolo.

41 anni di cui 30 trascorsi sui campi di calcio, prima come piccolo ragazzino in cerca di fortune cullando il sogno di milioni di coetanei, poi trasformandosi in una splendida realtà del calcio spagnolo, trasformando "El Pisha" in una vera e propria icona del calcio internazionale che lo portò anche ad un trascorso in Serie A, alla Fiorentina, tra il 2013 e il 2015 quando trascinò i viola a una finale di Coppa Italia nel 2014.

L'ultimo atto della sua immensa carriera, Joaquìn lo completerà a fine stagione non prima però di provare a trascinare il Betis Siviglia – la squadra della sua vita – oggi quinto in Liga, alla qualificazione nella prossima Champions League. Un ultimo straordinario traguardo che coronerebbe alla perfezione la sua avventura sui campi: "Spero che quando avrò appeso le scarpe al chiodo il Betis sarà in Champions League. Ho 41 anni, non è stata una decisione presa alla leggera, ma è cresciuta dentro di me e non ho potuto fare a meno di ascoltarla". Da giugno per Joaquìn si aprirà una partita tutta inedita tra le scrivanie del club spagnolo: "Troverò tante altre cose da fare, altrettanto entusiasmanti. Anche se ammetto di essere terrorizzato se penso alla mancanza quotidiana della sensazione degli scarpini ai piedi, degli spogliatoi, dell'odore dell'erba bagnata…".

Nessuna "Last Dance" per lui: "Non è un problema fisico, è un problema di testa. Sentivo che mentalmente era arrivato il momento giusto: ogni mattina il mio corpo mi diceva che era il mio momento, anche se mi sto allenando bene e mi diverto ancora. Tante volte vado a letto pensando a tanti momenti della mia vita da calciatore e ho avuto la fortuna di vivere momenti meravigliosi. Se devo stare con uno è il momento in cui ho comunicato a mio padre che ero un giocatore della migliore squadra del mondo, perché aveva dato tutto e sapevo che era quello che lo rendeva più felice del mondo ".

Per il futuro, Joaquìn non sa cosa potrà accadere, di certo non riuscirà a stare lontano dal mondo del calcio e del Betis la sua casa putativa, ma senza sensazionalismi o annunci epocali. Mantenendo il consueto profilo basso, con realismo e responsabilità, le stesse doti che lo hanno reso un campione in campo: "Adesso mi serviranno quattro, cinque, sei mesi di vacanza, poi tornerò e vedrò quale sarà il mio futuro nel club. Essere presidente del Betis? Chi non vorrebbe essere presidente del Betis? Ma quello non è il mio posto. Il mio unico obiettivo sarà quello di aggiungere. La cosa più importante che porto con me è l'affetto e l'ammirazione di tutti i tifosi".

Chi è e cosa ha vinto Joaquìn in carriera

In Spagna Joaquín Sánchez Rodríguez, noto semplicemente come Joaquín, è celebrato come un campione assoluto, un giocatore che nei suoi quasi 30 anni di carriera è riuscito a entrare nel cuore di moltissimi tifosi, non solo di quelli del Betis Siviglia per cui è un dio calcistico assoluto.

Classe 1981, nel 1997 entrò tra le giovanili del club biancoverde per esordire solo due anni più tardi in prima squadra e non uscirne mai più. Una veloce parentesi spagnola al Valencia prima, al Malaga poi, per passare anche dalla nostra Serie A, tra le fila della Fiorentina. Era il 2013, acquistato a titolo definitivo per 2 milioni di euro con un contratto a 1,5 milioni l'anno, in cui giocherà un totale di 49 presenze (e 4 gol) e trascinerà i viola nella finale di Coppa Italia del 2014.

In  Spagna alzerà per tre volte la Coppa nazionale, due volte con i colori del Betis, una con quelli del Valencia. In Nazionale, entra nel 1999 e fa tutte le trafile fino alla maggiore e con le Furie Rosse resterà fino al 2007. Ad oggi detiene un personalissimo record ancora imbattuto: è il giocatore più anziano ad aver messo a segno una tripletta nella Liga. La realizzò a 38 anni e 140 giorni, in Betis Siviglia-Athletic Bilbao, 3-2, l'8 dicembre 2019.

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