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Joaquin, dal calcio alla corrida: “Quando mi ritiro andrò a fare il torero”

L’ex centrocampista della Fiorentina, oggi capitano del Betis Siviglia ha rivelato il proprio futuro, quando deciderà di riritarsi dal calcio: “Sin da piccolo avevo una passione, la corrida.Ma quando mia mamma capì che stava diventando qualcosa di serio, disse a mio papà di iscrivermi a calcio”. Tra il 2013 e il 2015 giocò a Firenze con buoni risultati, 49 presenze e 4 gol.
A cura di Alessio Pediglieri
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Oggi è il capitano del Betis Siviglia, un paio di stagioni fa vestiva la maglia della Fiorentina, in futuro avrà tra le mani un drappo rosso e un toro di fronte. Joaquin Sanchez ha le idee chiare su ciò che ha fatto, fa e farà e così ha già deciso il proprio destino. Sempre circondato dal pubblico che lo reclama ma non più con un pallone tra i piedi ma le banderillas da torero tra le mani. Perché il centrocampista spagnolo ha rivelato che ‘da grande' farà il torero, una sua passione che ha cullato da sempre.

Dunque, per Joaquin il futuro è già tracciato, in Corrida, a cimentarsi con un toro e a soddisfare il proprio sogno che sua mamma da bambino ‘tarpò' per salvaguardargli la salute: "Ho sempre avuto la passione per i tori fino da quando ero bimbo. Seguivo le corride, mi inventavo torero… Da ragazzo mi sono iscritto  anche alla scuola di corrida a El Puerto ma quando mia mamma capì che da semplice divertimento stava diventando qualcosa di serio disse a mio papà di iscrivermi a calcio". E così nacque la carriera di Joaquin calciatore, prima nelle giovanili del Betis, poi a Valencia, Malaga, le tre stagioni trascorse a Firenze e il ritorno a Siviglia per chiudere il cerchio.

Jaquin ha affrontato il proprio futuro nel momento in cui il calcio spagnolo è ancora fermo al palo. La pandemia di coronavirus ha arrestato la stagione regolare, non c'è ancora spazio per il calcio giocato anche se il ritorno agli allenamenti e le ultime indiscrezioni spingono per una possibile ripartenza per il prossimo giugno: "E' stata una situazione particolare. abbiamo vissuto una situazione che nessuno avrebbe potuto mai immaginare. Spero che che il virus sia debellato il prima possibile e si torni alla normalità il più presto possibile. Mi godrò in un modo o nell’altro ciò che mi rimane del calcio anche se il ritiro si avvicina e ci penso sempre più spesso"

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