Jean-Pierre Adams muore dopo 39 anni di coma: la moglie non ha mai smesso di sperare nel miracolo
La tragica parabola terrena di Jean-Pierre Adams è giunta al termine all'età di 73 anni: gli ultimi 39 sono stati trascorsi dall'ex nazionale francese in uno stato di coma profondo dal quale non ha mai dato segno di potersi risvegliare. Una storia drammatica e davvero rara, che è diventata poi la storia di un grande amore: quello della moglie Bernardette, che non lo ha mai abbandonato ed anzi ha sempre sperato nel miracolo.
Era il 17 marzo 1982 quando l'allora 34enne difensore transalpino, ormai a fine carriera, fu sottoposto ad un'operazione di pulizia al ginocchio, un intervento apparentemente semplice dal quale si sarebbe dovuto ristabilire in poche settimane. Ma un errore nell'anestesia interruppe per minuti l'afflusso di ossigeno al cervello, facendo andare in coma Adams. Un coma irreversibile, che è durato fino ad oggi, quando l'ex calciatore si è spento all'ospedale universitario di Nimes.
In coppia con Marius Trésor, il nativo di Dakar aveva fatto la storia della Nazionale francese: i due avevano formato negli anni '70 la celebre Garde Noire, la guardia nera. Nimes, Nizza e poi Paris Saint-Germain i club della sua carriera calcistica: al momento della tragica operazione, Adams stava seguendo il corso per allenatore. Sarebbe stata quella la sua seconda vita, ed invece il destino ne aveva un'altra in serbo per lui. Una esistenza in stato vegetativo, ma non da solo. Non lo è stato mai in ogni singolo momento di questi 39 anni.
La figura della moglie Bernardette si staglia come il simbolo dell'amore puro, che supera qualsiasi barriera e si dà completamente all'altro senza chiedere nulla in cambio. La donna, assieme ai due figli Laurent e Fréderic, ha continuato ad accudire Adams, come ha raccontato in maniera commovente alla CNN 5 anni fa: "Parlo sempre con lui: di TV, cosa c'è nella posta, qualsiasi cosa! C'è sempre movimento intorno a lui, è sempre accanto a noi. Nessuno dimentica mai di fare regali a Jean-Pierre, che sia il suo compleanno, Natale o la festa del papà. Compriamo regali come un maglione perché lo vesto nel suo letto, cambia i vestiti ogni giorno. Compro cose in modo che possa avere una bella stanza, come belle lenzuola o un po' di profumo. Usava Paco Rabanne ma non si trova più, quindi ora compro Sauvage di Dior".
Adams poteva respirare da solo, senza l'ausilio di una macchina, ed aveva la sua stanza nella casa di famiglia vicino a Nimes, nel sud della Francia, dove Bernadette si è presa cura di lui per quasi 40 anni. Incapace di quasi tutti i movimenti volontari, era in grado di ingerire il cibo e aprire e chiudere gli occhi. "Quando non ci sono, sente che non sono io che lo imbocco e mi prendo cura di lui – raccontava la moglie – Sono le infermiere che me lo dicono, dicendo che non è lo stesso. Penso che senta le cose. Deve riconoscere anche il suono della mia voce. Potrebbero esserci momenti in cui ha un lampo. Forse per un istante, solo un istante, capisce qualcosa". Un amore così grande gli sarà sicuramente arrivato: da oggi Jean-Pierre Adams riposa in pace.