Jardel non invitato dal Porto tra le sue leggende, la prende male: “La mia storia va oltre la droga”
In Italia Mario Jardel è ricordato per aver giocato sei mesi disastrosi (solo tre presenze in sovrappeso) nell'ancor più disastroso Ancona che nel 2004 retrocesse in Serie B dopo aver utilizzato ben 46 giocatori in una singola stagione, record impossibile da battere. All'epoca il bomber brasiliano aveva 30 anni e il meglio per lui era alle spalle: un meglio peraltro molto corposo, visto che parliamo di un giocatore che aveva segnato a pacchi negli anni belli della sua carriera. Arrivato in Europa 23enne dal Gremio, nel 1996 approdò al Porto dove in quattro anni mise a segno quasi un gol a partita (125 reti in 130 presenze). E tuttavia proprio il Porto ora lo ha fatto fuori, non invitandolo per la partita delle sue ‘leggende' contro quelle del Real Madrid, in programma oggi al Bernabeu.
Un'esclusione che Jardel ha preso molto male, esprimendo tutta la sua amarezza mista all'orgoglio di chi è stato capace di vincere per due volte la Scarpa d'Oro, il trofeo assegnato al miglior marcatore europeo: nel 1999 proprio col Porto e poi nel 2002 con lo Sporting di Lisbona. "Non sono stato invitato e non so il motivo. Ero molto triste, perché sono un membro importante della storia di quel club e mi hanno emarginato: non è questo il modo di trattare gli idoli che sono vivi", ha detto a Marca.
Jardel – oggi 50enne – aspettava la chiamata per il match del Bernabeu, ma non è arrivata: "Ho chiamato più volte il mio ex compagno di squadra Vitor Baia (oggi vicepresidente del Porto, ndr), ma non mi ha prestato alcuna attenzione. Ho un buon rapporto con la società ed è una partita che mi sarebbe piaciuto giocare, visto che faccio molta solidarietà di questo tipo".
Dopo il ritiro, il brasiliano ha avuto una vita complicata, è caduto nella spirale della droga ed è stato ricoverato in ospedale per depressione e uso di alcol e stupefacenti, finendo anche nei guai con la giustizia. Adesso i suoi demoni sembrano essere stati scacciati, ma resta la sgradevole sensazione che i suoi errori extracampo abbiano indotto il Porto a cancellarlo: "Non credo che sia per questo e il Porto deve essere un grande club che rispetta la storia, la sua storia. Proprio perché vengo da dove vengo, avrei aiutato molto oggi al Bernabeu. Se davvero vuole aiutarmi con quello che ho passato, questo non si fa. La mia storia al Porto va oltre la droga e l'indisciplina che ho avuto nella mia vita passata al di fuori del calcio. Nessuno è perfetto in questa vita".
Jardel afferma di essere in piena ripresa dai suoi problemi: "Sono felice e sto fisicamente bene, vivo ogni giorno come se fosse l'ultimo. Mi occupo della mia salute, vado dallo psichiatra, ho un sostegno, sto guarendo dalla dipendenza a poco a poco. Ma il club, niente, nemmeno una chiamata per sapere come sto. Ora sono un uomo pulito, che valorizza la famiglia e sto ricostruendo amicizie. Mi sono scusato per quello che ho fatto e sono in questo processo".
L'ex attaccante di Fortaleza ha due figli che sono nati a Porto e vivono a Porto, il che rende ancora più doloroso l'ostracismo nei suoi confronti: "Entrambi i miei figli amano il club, e anch'io lo adoro ancora. Ecco perché la cosa del Bernabeu mi ha ferito".