Italia senza paura ai rigori: il segreto è nelle battute di Mancini (e De Rossi)
I rigori si sa, sono una vera e propria lotteria. Ci vuole tecnica, freddezza, e soprattutto coraggio. Ne sanno qualcosa gli azzurri che hanno vinto gli Europei battendo prima la Spagna e poi in finale l'Inghilterra dal dischetto. Come spronare i giocatori a presentarsi dagli undici metri? Con un'apparente leggerezza, toccando le corde giuste nei calciatori per non rischiare di aumentare invece la "pressione". Abili in questo Roberto Mancini e il suo collaboratore Daniele De Rossi, uno che di rigori se ne intende.
Come raccontato dal docufilm Sogno Azzurro, che ha permesso di farci rivivere il dietro le quinte dell'impresa dell'Italia agli Europei, Roberto Mancini non ha lasciato niente al caso. Il ct letteralmente infallibile nelle riunioni pre-partita, ha saputo sempre come mettere i suoi giocatori nelle condizioni di rendere al meglio. Anche in occasione degli allenamenti per i calci di rigore, il Mancio ha utilizzato l'ironia per infondere coraggio alla squadra. Durante una sessione di allenamento incentrata sui tentativi dal dischetto, un distaccato Mancini con nonchalance ha urlato ai giocatori: "Oh, oggi tutti a calciare i rigori eh… poi vi voglio vedere in finale, ‘No, mister. Devo spostare la macchina in garage'".
Un modo di sottolineare la possibile mancanza di coraggio dei calciatori nel momento topico della gara e dunque del torneo. In questo modo il tecnico ha cercato di ottenere una reazione dai suoi, intenzionati a smentire quelle parole nei fatti. A corredo delle parole del Mancio, ecco anche Daniele De Rossi, che è stato chiamato in causa da Lorenzo Insigne: "Mister, per i rigori entra Daniele". Una battuta con riferimento al rigore perfetto tirato nella finale dei Mondiali 2006 contro la Francia. Ecco allora che l'ex capitan Futuro ha rivelato: "A Berlino uno si tolse proprio le scarpe… ‘Ma come, e se andiamo ad oltranza?’, ‘No, io non lo tiro comunque’". E di certo questa volta il coraggio non è mancato a nessuno dei rigoristi azzurri, tutti presentatisi a testa alta sul dischetto di fronte a Pickford.