“Italia ripescata ai Mondiali al posto dell’Ecuador”: cosa dice davvero il regolamento FIFA
Il ripescaggio dell'Italia ai Mondiali in Qatar è un tormentone e un'ossessione tornato di stretta attualità per il caso Ecuador. Il "lato b" della delusione per aver mancato la qualificazione ancora una volta dopo Russia 2018 è tutto nell'illusione che, per effetto delle disgrazie altrui, si riesca in un modo o nell'altro a mettere un piede sull'aereo diretto verso il Paese Arabo. Nel regolamento c'è questa possibilità ma ci sono alcuni passaggi da chiarire per spiegare bene la situazione e quali sono i margini per un'eventualità del genere.
La vicenda della nazionale equatoriale nasce da un pasticciaccio brutto di (presunta) falsa identità di un calciatore schierato dalla Tricolor nel girone di qualificazione. Secondo la denuncia presentata dal Cile (selezione costretta a giocarsi il tutto per tutto nei playoff) Byron David Castillo Segura sarebbe stato convocato per gli 8 incontri in calendario usufruendo di un falso certificato di nascita, dichiarazioni altrettanto fasulle sull'età e sulla nazionalità. Nel dossier presentato dagli andini e preso in analisi dalla Federazione viene indicata la documentazione che risale alle sue origini legalmente reali (colombiane, non ecuadoriane) per le quali non avrebbe potuto indossare la divisa della squadra di Gustavo Alfaro. Se le istanze dei cileni fossero accolte (attribuendo la sconfitta a tavolino all'Ecuador in tutte le gare disputate) e la classifica riscritta dovrebbero essere questi ultimi a prendere il posto vacante per Qatar 2022.
Il condizionale è d'obbligo, considerata la discrezionalità citata dall'articolo 6, e almeno fino a quando un pronunciamento ufficiale il caso resta nell'alveo degli orientamenti e delle indiscrezioni che trapelano dalle stanze dei bottoni su quale sarà la nazionale ripescata. Franco Chimenti (presidente della Federgolf e tra i dirigenti sportivi italiani più importanti) ne ha parlato a Rai Gr Parlamento durante l'intervento nel programma ‘La politica nel pallone' e ha sostenuto che una chance per l'Italia c'è definendola "molto più concreta di quanto pensano tutti".
Cosa dicono le norme? L'opportunità di entrare dalla porta di servizio beneficiando di una sorta di salvacondotto non è un meccanismo automatico bensì una decisione che può essere estesa a qualsiasi altra selezione estromessa, presa a titolo discrezionale da parte della Fifa e non in base a un criterio specifico. Al riguardo l'articolo 6 parla di sostituzione: "Se una qualsiasi associazione si ritira o viene esclusa dalla competizione, la FIFA deciderà sulla questione a sua esclusiva discrezione e intraprenderà qualsiasi azione si ritenga necessario".
Il provvedimento ipotizzato può essere adottato solo al termine di un procedimento di valutazione dei singoli casi conseguenti alla sospensione o alla esclusione di ufficio di una nazionale che ha conquistato sul campo il diritto di partecipare alla Coppa.
A disciplinare la materia sono gli articoli 16 e 17 inclusi nello statuto Fifa che ruotano intorno al ruolo e ai poteri del Consiglio e del Congresso e indicano quali sono le gravi motivazioni per attivare la procedura.
Nel primo si legge: "Il Congresso può sospendere un'associazione membro solo su richiesta del Consiglio. Fermo restando quanto sopra, il Consiglio può, senza voto del Congresso, sospendere temporaneamente con effetto immediato un'associazione membro che viola gravemente i propri obblighi. Una sospensione approvata dal Consiglio sarà in vigore fino al prossimo Congresso, a meno che il Consiglio non abbia revocato tale sospensione prima di tale Congresso".
Nel secondo sono elencati le ragioni che prefigurano una sanzione così drastica da proibire alla federazione colpita dal verdetto di schierare la propria rappresentativa e i club nelle competizioni ufficiali. "Il Congresso può espellere un'associazione membro solo su richiesta del Consiglio se: (a) non adempie ai propri obblighi finanziari nei confronti della FIFA; o (b) viola gravemente gli Statuti, i regolamenti o le decisioni della Fifa; o (c) perde lo status di associazione che rappresenta l'associazione calcistica nel suo Paese".
Lo spiraglio aperto è dato proprio dalla posizione dell'Ecuador ma, come da regolamento, alla Nazionale di Roberto Mancini non basta essere solo la squadra più in alto nel Ranking per beneficiare di questo bonus. Conteranno la discrezionalità della Fifa e, più ancora, la volontà di concedere la wild card (come trapelò in relazione alla vicenda Iran) a un'altra selezione della stessa confederazione e non a una rappresentativa di un altro continente. "Non è vero che può essere ripescata ai Mondiali di calcio – le parole di Evelina Christillin, membro europeo della Federazione, a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora -. Anche nel caso la nazionale dell’Ecuador venisse squalificata a rientrare sarebbe una sudamericana".