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Inzaghi si sente punto su un nervo scoperto, la reazione in tv lo tradisce: “La partita di Madrid ci è rimasta lì”

Il tecnico dell’Inter, con l’amaro in bocca per la sconfitta col Sassuolo, ascolta le riflessioni sul cammino della sua squadra in Champions e la prende male. “Se penso che tre anni fa erano dieci anni che questa squadra non entrava negli ottavi…”.
A cura di Maurizio De Santis
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La sconfitta nell'anticipo di campionato con il Sassuolo un po' ha messo di cattivo umore Simone Inzaghi. Gli emiliani, che sono in piena zona retrocessione, hanno battuto l'Inter in campionato per due volte: a San Siro (1-2) e al Mapei (1-0). Il tonfo in trasferta è fragoroso, frutto con ogni probabilità, di una squadra che ha staccato la spina dopo la vittoria dello scudetto ed è reduce da una settimana di festeggiamenti.

Nessuno si aspettava (in particolare le avversarie dei neroverdi che lottano per la salvezza) che potesse arrivare un risultato del genere anche al netto della maggiore determinazione della squadra di Ballardini. Eppure è successo. È anche per questa ragione che il tecnico s'è presentato in tv per le interviste con la bocca amara per come sono andate le cose: l'esito è solo un lato della medaglia, l'altro fa riferimento alla prestazione opaca che, pure se sei campione d'Italia e un po' di rilassamento è comprensibile, resta un boccone difficile da mandare giù.

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Archiviato il discorso Serie A, nello studio di Dazn c'è Valon Behrami che sposta i riflettori sull'esperienza in Champions, su cosa non ha funzionato e su cosa potrebbe/dovrebbe fare la società per alzare il livello di competitività. A Inzaghi viene chiesto se è soddisfatto e, in particolare, se per il futuro si aspetta che gli arrivino in rosa calciatori di maggiore qualità.

Il tecnico coglie l'occasione per togliere un sassolino dalla scarpa. Si sente punto su un nervo scoperto e la prima reazione che ha, d'impulso, spiega bene qual è lo stato d'animo. "Ho ascoltato più di una volta quello che hai detto su di noi, Valon… forse ti aspettavi un'altra finale o una vittoria di Champions. Ma non è semplice perché ci sono anche gli avversari che sono forti".

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L'incipit è polemico, il prosieguo è più articolato e meno aggressivo rispetto all'approccio. Anzi, il ricordo del doppio confronto con l'Atletico Madrid è una ferita ancora aperta. Non averla ‘chiusa' al Meazza, alla luce delle azioni sprecate, è la più classica vocina che ronza in testa e nemmeno l'ebbrezza per la conquista dello scudetto mette a tacere.

"Se penso che tre anni fa erano dieci anni che l’Inter non entrava negli ottavi… ma c’è molta delusione e non lo nego. La partita di Madrid ci è rimasta lì. Dobbiamo essere più bravi ad indirizzare gli episodi a nostro favore. Abbiamo fatto lo scorso anno la finale, due anni gli ottavi, chiaramente ora guardiamo avanti e cerchiamo di migliorarci ancora. Poi sappiamo che abbiamo dei parametri e negli ultimi tre anni abbiamo fatto cose impensabili con le risorse che ci sono".

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