Inzaghi ha messo sotto scacco Pioli facendo l’opposto di Spalletti: una lezione di tattica
L‘Inter è riuscita a conquistare la finale di Champions League 2022-2023 con una netta affermazione sui rivali cittadini del Milan nel doppio confronto della semifinale. L'Euroderby tanto atteso si è concluso con un netto 3-0 per i nerazzurri, con la vittoria per 2-0 dell'andata e la rete di Lautaro Martinez che ha permesso alla Beneamata di chiudere i conti nel return match.
La squadra di Simone Inzaghi ha interpretato meglio dell'avversaria le due sfide: dopo aver messo le basi per la qualificazione nella prima partita, ecco che è arrivata la consacrazione nella seconda. Un'affermazione importante per i nerazzurri, che hanno vinto 4 dei 5 derby disputati in questa stagione e nel 2023 hanno incontrato quattro volte (con altrettante vittorie) i rossoneri con un bilancio di 7 gol fatti e 3 subiti. Numeri che fanno riflettere.
Se nella sfida d'andata l'Inter ha aggredito il Milan senza dargli scampo nella prima mezz'ora, realizzando due reti subito e sfiorando più volte il terzo gol; ecco che nella seconda gara i nerazzurri hanno cambiato modo di approcciare al match.
I nerazzurri hanno coperto bene il campo e hanno chiuso tutte le linee di passaggio in zona centrale, concedendo qualche spazio sull'esterno. Inzaghi ha isolato i calciatori che avrebbero potuto fargli più male e così la sua difesa ha rischiato molto poco: Giroud era sempre in mezzo ad almeno due calciatori e lo stesso Leao non riusciva a ricevere in zona pericolosa perché l'Inter cercava di non fargli arrivare palloni. Difatti, l'unica occasione che il portoghese ha avuto è arrivata su un lancio e un rimpallo vinto con Darmian.
Brahim Diaz doveva uscire dalla zona centrale per ricevere la palla e questo lo rendeva molto meno pericoloso.
Un'impostazione difensiva che è riuscita a disinnescare quasi completamente le iniziative del Milan, perché qualunque azione offensiva venisse impostata dalla squadra di Stefan Pioli i nerazzurri avevano un vantaggio numerico nell'ultimo terzo di campo rispetto agli avversari.
Anche dal punto di vista offensivo l'Inter è stata bravissima a creare problemi al Milan puntando su un paio di principi che si sono ripetuti sia all'andata che al ritorno. I nerazzurri hanno spesso cercato una costruzione laterale con Dimarco, che veniva a ricevere basso e attirava Calabria su di sé portandolo a rompere la linea difensiva: questo portava Acerbi a muoversi qualche metro più in avanti con il pallone che veniva mosso spesso dai due braccetti (Bastoni o Darmian) e Onana che è stato il vero regista basso dell'Inter.
La rottura della linea difensiva del Milan portava Lautaro Martinez e Dzeko a rimanere in parità numerica con Tomori e Thiaw (o Kjaer all'andata) e i due attaccanti grazie ai loro movimenti riuscivano sempre a far salire la squadra, permettendo anche l'inserimento dei centrocampisti da dietro. Una vera lezione tattica.
In questo Simone Inzaghi è stato molto più ‘umile' rispetto a Luciano Spalletti poche settimane fa: il Napoli s'è preso il pallone in entrambe le sfide contro il Milan e ha lasciato gli spazi ai rossoneri, nei quali i calciatori di Pioli sono andati a nozze. L'allenatore del club campione d'Italia non ha voluto snaturarsi nonostante le assenze di uomini chiave e qualche difficoltà a livello fisico.
L'allenatore dell'Inter ha puntato su strategie differenti e precise nelle due partite e ha avuto ragione perché è riuscito a centrare un obiettivo che sembrava irraggiungibile dopo il sorteggio di agosto e ancor di più per l'andamento che ha tenuto la squadra durante la stagione.