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Inventato un nuovo metodo per difendere sulle punizioni: ecco la “catena umana”

Ecco un nuovo, insolito, metodo per la marcatura a zona in area di rigore sulle punizioni laterali: dalla Colombia arriva la “catena umana”.
A cura di Vito Lamorte
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Il calcio è in continua evoluzione. Da quando è nato questo sport ha sempre aperto alle modifiche per cercare di restare al passo con i tempi e sono tanti gli allenatori che hanno dato il loro contributo con nuovi metodi e idee. Oltre al modo di disporsi in campo che ci sono stati nel corso della storia del football e al modo in cui è cambiato sia l'approccio alla costruzione dell'azione che della fase difensiva, c'è sempre più attenzione ai calci piazzati.

In molti staff tecnici sta prendendo sempre più corpo la figura di occupa quasi esclusivamente di questo tipo di situazioni perché sono spesso importanti per decidere il risultato. Sia in fase di attacco che di difesa: c'è sempre più attenzione nel riuscire a colpire l'avversario nel suo punto debole o cercare di difendere nel miglior modo possibile il proprio portiere.

Un esempio arriva dalla Colombia, il Bogota FC ha inventato un metodo insolito per difendere sui un calcio di punizione laterali della squadra avversaria. La squadra di seconda divisione ha sperimentato la "catena umana", che ha come l'obiettivo di impedire agli avversari di muoversi in anticipo e di prendergli il tempo.

In base a molte immagini che sono state diffuse sui social e altre istantanee che sono state frutto di approfondimento,  il club colombiano utilizza questo metodo in ogni palla da fermo degli avversari che può finire con un cross in area di rigore.

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I calciatori si tengono per mano in una zona precisa fino al momento in cui l'avversario non calcia verso l'area di rigore: una linea perfetta, quasi da un capo all'altro dell'area, per mantenere l'ordine fino al momento dell'esecuzione. In quel momento si ‘slegano' e si muovono nel coprire la propria zona. Chiaramente non siamo di fronte ad un'applicazione di una marcatura a uomo e nemmeno della difesa a zona come l'abbiamo vista finora.

A provare questo nuovo metodo è lo spagnolo Jonathan Risueño, che allena da poco il Bogotà e spera di portare il club nella massima categoria del calcio colombiano. Il loro inizio di torneo è abbastanza positivo, dal momento che hanno ottenuto una vittoria e un pareggio nei primi due incontri: hanno subito una sola rete subita, ma non su calcio da fermo.

Le immagini dei giocatori della squadra colombiana che si tengono per mano segnando la distanza per occupare gli spazi sono diventate virali in poco tempo ed è partita subito una grande discussione intorno a questo modo di difendere l'area di rigore. Tuttavia, vale la pena ricordare che fino a qualche anno fa sembrava strano mettere un calciatore dietro le barriere e oggi questo è stato implementato in tutto il mondo, per evitare che il muro venga superato con conclusioni rasoterra.

Come già anticipato, sui calci da fermo, sia contro che a favore, c'è sempre più attenzione: non sappiamo se il Bogotá FC diventerà una squadra fortissima nel difendere sui piazzati laterali ma questo nuovo metodo mostra il grande lavoro che viene dedicato queste situazioni.

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