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Inter, ecco Samardzic il “Signor No” che ha rifiutato Milan, Barcellona e nazionale tedesca

Lazar Samardzic va a completare la mediana nerazzurra, tra le più forti e complete della Serie A. Un colpo di mercato importante, per un giocatore che dopo un avvio di carriera volutamente a fari spenti ha saputo dire di sì a Simone Inzaghi.
A cura di Alessio Pediglieri
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Non c'è ufficialità ma l'accordo sì, ed è totale. Sia con l'Udinese sia col giocatore, l'Inter ha definito la trattativa di calciomercato nei dettagli così che Lazar Samardzic arriverà a Milano per vestire il nerazzurro alla guida di Simone Inzaghi. Ennesimo rinforzo di una mediana come poche altre nel panorama della Serie A e a livello internazionale.

Un arrivo nel capoluogo lombardo che è nel destino del centrocampista serbo che è esploso nell'Udinese dove ha giocato le ultime due stagioni, perché a Milano sarebbe già dovuto arrivare quando venne chiamato dal Milan di Moncada e Maldini che ne intravide le potenzialità cristalline ai tempi dell'Hertha Berlino quando in pochissimi avevano notato quel poliedrico "tuttocampista" tanto saggio tatticamente da sapersi adattare agli schemi di squadra e tecnicamente completo.

Eppure, il giovane Samardzic non volle bruciare le tappe: era il 2019, e l'allora diciassettenne giocatore tedesco naturalizzato serbo non se la sentì di fare il grande salto così presto, preferendo continuare a giocare nella squadra della sua città natale, l'Hertha Berlino. Quello al Milan però non fu il suo unico gran rifiuto, semplicemente il primo di una lunga serie, perché se è vero che i rossoneri non riuscirono a convincerlo, non furono comunque gli unici.

Ancora giovane, ma dalle idee chiarissime, supportato da una famiglia con la testa sulle spalle e da uomini di calcio che lo hanno saputo accompagnare, all'Hertha resterà solo una manciata di campionati, il giusto per farsi notare e venire prelevato dalla famiglia Red Bull, sponda Lipsia. Un continuum con la Bundesliga in un percorso di basso profilo che, però, stava prendendo corpo e sostanza in un disegno di insieme ben delineato. E così nel 2020, il secondo "no". Questa volta la big di turno è il Barcellona, che lo vuole a tal punto da far scomodare un campione di lusso, Patrick Kluivert che si muove direttamente per trattare Samardzic. Ma anche in questo caso, i tempi non erano maturi.

Scelta nuovamente discutibile: dopo l'Hertha anche con il Lipsia, Samardzic non sembra in grado di sbocciare ma il ragazzo insiste e continua a fare gavetta a fari spenti lontano dalle pressioni e così, quando l'Udinese di Marino ne intuisce le volontà, il Friuli si trasforma nell'ennesimo passo di un cammino condiviso. I bianconeri rappresentato la periferia della Serie A, dove poter crescere ancora e maturare senza grandi aspettative e così, arriva la svolta: continuità e rendimento che gli permettono di valutare finalmente il salto in una big, davanti al quale smette di dire no.

Perché c'è un altro gran rifiuto, datato questa volta 2022: Samardzic, nato a Berlino da genitori serbi inizia tutta la trafila nella nazionale tedesca. Under 17, 19, 20 e 21, ma quando è ad un passo dalla selezione maggiore, ecco che arriva il classico "no, grazie" targato Lazar. E così, la scelta è naturale, per la Serbia, altra decisione a sorpresa ma che si allinea alla visione d'insieme di come vivere il mondo del calcio, con una ascesa costante in attesa dell'attimo fuggente, quello sì da non fallire.

Un attimo che arriva nell'estate 2023: di fronte al progetto nerazzurro, a 21 anni e con un buon bagaglio sportivo alle spalle, Samardzic comprende che è il momento e il posto giusto. L'Inter ci crede, fa uno sforzo economico importante (30 milioni), Inzaghi pure perché è pronto a gestire il ragazzo senza ansie particolari: la piazza importante ma ancora una volta il serbo crescerà all'ombra di un centrocampo già completo, in un reparto considerato tra i più forti in circolazione. Ci sono Frattesi e Barella, Asllani, Mkhitaryan e Calhanoglu, ai lati percussori del calibro di Dimarco, Gosens, Dumfries, Cuadrado. Nessuno gli ha chiesto o gli chiederà la titolarità e neppure un ruolo da protagonista. Solamente di essere lui, quel ‘tuttocampista' capace di giocare da "10", lo stesso numero che porta con sé sui suoi profili social, ma anche da play e all'occorrenza, come dimostrato in questi anni. Riuscendo già nella più grande trasformazione: far diventare il Signor No, un Mister Sì.

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