Inter e Barcellona vedono la semifinale di Champions, Kvara fa impazzire il Psg e “piangere” Napoli

Il mercoledì di Champions League è scandito dalle vittorie del Barcellona (4-0 al Borussia Dortmund) e del Paris Saint-Germain (3-1 contro l'Aston Villa). Catalani e francesi, trascinati dalle loro stelle, vedono le semifinali: per i blaugrana, se il trend di questo turno si ripeterà anche al ritorno, ci sarà l'Inter (in vantaggio sul Bayern, ko a Monaco 2-1) in semifinale mentre nella capitale transalpina sognano grazie (anche) alle giocate di Kvicha Kvaratskhelia, autore di un gol eccezionale. Bellissimi la progressione, il cambio passo e di direzione, la finta improvvisa con la quale ne fa fuori tre, quattro, la rasoiata in diagonale che lascia a bocca aperta perfino uno come Emiliano Martinez (fischiatissimo). Ma nel corredo accessorio di una serata da spellarsi le mani ci sono anche assist, giocate e altre magie che Kvara mette al servizio della squadra di Luis Enrique. Manca il tocco (semi)finale, di pensa Nuno Mendes a calare il tris che vale oro colato. In Inghilterra la prova del 9 (o del 7): se il Psg passa ha buona probabilità di incrociare l'Arsenal che ha triturato il Real Madrid a Londra con Declan Rice.
A Napoli, che l'hanno visto andare via a gennaio, "piangono" perché uno come il georgiano adesso avrebbe fatto comodo nella corsa scudetto, perché chissà se con lui in campo non avrebbero raccolto qualche punto in più, perché dopo la gioia per il tricolore di due anni fa perderlo come accaduto pochi mesi fa è qualcosa che fa male davvero… soprattutto se chi è arrivato non è certo alla sua altezza.

E che dire di Fabian Ruiz (altro ex dei partenopei) che ha menato le danze a centrocampo con personalità e talento? A un tifoso dei partenopei dev'essere venuto il magone oltre a ronzare in testa le parole di Antonio Conte sul club che non deve essere visto più come una meta di passaggio (mentre al momento questo è, per tante ragioni comuni anche ad altre società italiane).
A Milano, quella nerazzurra, negli occhi hanno la straordinaria capacità di un bomber come Lewandowski di metterla dentro ed essere sempre letale nonostante il tempo, qualche acciacco, l'età che avanza: là davanti è una certezza, sai che c'è e in un modo o nell'altro combinerà qualcosa, che sia da batticuore oppure una rete. Lascia che sia, ci puoi mettere la mano sul fuoco. Bang bang con la doppietta: è devastante. Poi c'è quel diavolaccio di Raphinha che ne ha uno per capello: rischia di combinarla grossa in occasione del vantaggio sui tedeschi (ma il Var lo salva) ma si fa apprezzare per gli strappi e il dono di esserci dove serve, quando serve, come serve. Attenti a quei due, certo… mica solo loro? Il Barça ha talento, classe, esperienza, gioco, giovani risorse, un allenatore bravo, Lamine Yamal che ti toglie il sonno e fa venire il mal di testa. Tutto. È la Champions, bellezza.