Inter, Conte come Mancini e Spalletti: anche lui è crollato nella seconda parte di stagione
La sconfitta interna contro il Bologna ha cancellato il recente ‘set a zero' con il Brescia e aperto la crisi all'interno dello spogliatoio dell'Inter. Scivolata a undici lunghezze dalla capolista Juventus, e attesa da un cliente scomodo come l'Hellas Verona, la squadra di Antonio Conte si è infatti sciolta al primo caldo sole estivo proprio come fecero in passato le squadre di Roberto Mancini e Luciano Spalletti. Un crollo per certi versi inspiegabile, che non è andato giù alla società e a Beppe Marotta: l'uomo chiamato a vestire il nerazzurro, insieme a Conte, per cercare di contendere lo scudetto alla Juventus.
Suning irritato con Conte
Al triplice fischio finale del match con la formazione di Mihajlovic, proprio Marotta ha assistito in prima persona al confronto nello spogliatoio tra tecnico e giocatori: un ‘faccia a faccia' che ha preceduto le parole al vetriolo di Antonio Conte. Lo sfogo del mister salentino, che ha parlato di ‘squadra preconfezionata‘ e diretto ovviamente al grande capo e alla dirigenza, non è però piaciuto alla proprietà Suning e al presidente Steven Zhang che hanno visto in lui (e vedono tuttora) l'uomo giusto per rifondare l'Inter e farla uscire dall'anonimato.
Il confronto con Mancini e Spalletti
Al momento, però, il saldo del confronto con Luciano Spalletti è ancora negativo perché, al di là dei 64 punti in 30 turni, anche Conte non è riuscito a superare il girone di Champions ed è stato anche lui eliminato dalla Coppa Italia. Il tutto con uno stipendio di oltre il doppio di quello del suo predecessore e con una campagna acquisti importante. Nel primo anno di Roberto Mancini, invece, era sì arrivata la vittoria in Coppa Italia (a 23 anni dall'ultimo successo), ma la squadra aveva chiuso terza in campionato e aveva raggiunto solo i quarti di finale in Champions.
Cosa aveva dichiarato il tecnico
Dopo le sue dichiarazioni qualcosa nel rapporto con il club potrebbe però cambiare, e le più che probabili richieste di mercato rischiano di incrinare ulteriormente il feeling: mai come adesso in seria discussione. "Siamo a un livello molto più basso di quello che mi immaginavo – ha aggiunto Conte nel post partita, davanti alle telecamere di DAZN – È giusto mettersi tutti in discussione. Io ho la mia parte di responsabilità perché sono il responsabile della squadra, ma anche i giocatore devono capire che così non va. Ci lecchiamo le ferite, mi auguro che nelle vene dei calciatori scorra almeno l'1% del veleno che scorre nelle mie. Ora bisogna chiudere il discorso Champions e sbagliare il meno possibile: dobbiamo dimostrare di poter essere protagonisti di un progetto vincente".