Inter, addio Champions: poco possesso e troppi errori, il Barcellona vince con le riserve
L'Inter fallisce l'appuntamento con la storia. Il Barcellona, pieno di riserve e senza obiettivi, vince 2-1. Decide il baby prodigio Ansu Fati, più giovane marcatore nella storia della Champions. L'Inter non è mai riuscita a prendere il controllo del centrocampo, ha completato la metà dei passaggi, è stata meno precisa nel fraseggio e soprattutto nelle conclusioni. Lenti Borja Valero e Vecino nel risalire il campo palla al piede, poco cattivo Lukaku davanti alla porta. La vittoria si è via via allontana da un'Inter stretta dalle sue stesse incertezze, da una voglia di far presto che fa sbagliare di più.
Inter, la storia si ripete
Per il secondo anno di fila, l'Inter è artefice del suo destino, fabbro della sua sconfitta. Sbaglia l'ultima partita, in casa, contro una squadra che non ha niente da chiedere. Tanto è vero che il Barcellona si è presentato a Milano pieno di riserve, lasciando a casa Messi, e con una formazione decisamente sperimentale. Eppure tanto è bastato perché la tensione condannasse l'Inter: poco lucida nell'aprire il campo, nel comandare gli spazi, incerta nelle verticalizzazioni e nei posizionamenti.
Il Barcellona si schiera a specchio
La prima, immediata percussione di Lautaro è un annuncio di stile per il 3-5-2 di Conte. Valverde presenta una squadra con turnover pesante e un non abituale modulo a specchio: tre centrali, Rakitic centromediano che si abbassa tra i difensori, Wagué e Firpo sulle fasce. Griezmann regge il peso dell'attacco con Carles Perez. In mezzo c'è anche Vidal, che piace all'Inter. Il cileno resta più avanzato degli altri due centrocampisti centrali per andare a chiudere Brozovic in fase in impostazione. Come contromisura, i tre centrocampisti centrali dell'Inter giocano strettissimi.
Questi sbilanciamenti, uniti a una formazione non proprio consolidata per modulo e interpreti, consente all'Inter di trovare corridoi negli spazi di mezzo, fra l'esterno di centrocampo e il centrale nella stessa zona di campo, come dimostra la fuga di Borja Valero che aspetta il taglio di Lukaku poi fa filtrare per D'Ambrosio: il tiro è alto, il messaggio è chiaro. Il belga, che segna al 6′ in evidente fuorigioco, galleggia intorno al vertice dell'area perché la difesa del Barcellona si mostra vulnerabile se attaccata in velocità.
Inter, inizio incoraggiante poi lascia campo al Barcellona
Lo si vede ancora al 9′, quando Vecino scatta palla al piede e vede Lukaku che si libera in area: lo serve ma il controllo è impreciso. Le prime iniziative mostrano un'Inter in difficoltà nella costruzione dal basso ma letale quando ruba palla e riparte in campo aperto. Il Barcellona mostra comunque di poter creare superiorità numerica nelle occasioni in cui l'Inter non si allinea nelle letture preventive e non pressa in maniera compatta e coerente. Il tempo dell'intervento sulla linea di passaggio e sull'uomo, in un confronto fra due squadre disposte nello stesso modo, diventa un fattore decisivo.
All'Inter manca un po' la fase di innesco degli attaccanti da parte di Vecino e Borja Valero, così la più bella azione nel primo quarto di partita matura grazie al break di Lautaro su Umtiti che avvia una trama veloce con la palla spostata prima verso destra per Lukaku e poi direzionata sul lato debole per il tiro di prima, respinto, di Biraghi.
L'Inter va sotto a difesa schierata
Pur con una squadra sperimentale e senza linee di gioco sicure, il Barcellona passa al 24′. Notevole l'intuizione di Griezmann, che con Messi e Suarez gioca un po' sacrificato da ala sinistra e stasera invece orienta i movimenti dei compagni. Prende palla sul centro-destra, l'Inter ha tanti uomini in area ma permette a Vidal di posizionarsi col corpo. E' Godin, che non riesce a chiuderlo da dietro, a toccare per Perez. De Vrij si era sposta verso di lui, aprendo di fatto il corridoio per il lungo filtrante del "Piccolo Diavolo": l'olandese però non intercetta, e la partita dell'Inter si mette in salita.
Il Barcellona nei minuti successivi sembra poter gestire meglio il possesso palla, e la quantità di passaggi va in questa direzione. Le marcature larghe che consentono a Lenglet di sfiorare il clamoroso 2-0 però scuotono l'Inter che aumenta la presenza sulle fasce, sfrutta il lancio di De Vrij per Lautaro (bravo Neto) e i movimenti di Lukaku che crossa per il colpo di testa in tuffo, migliore occasione per il pareggio nel primo tempo.
Lukaku e Lautaro, funziona la coppia d'oro
Tuttavia, le azioni restano dei break più occasionali. L'Inter non riesce a pressare alta con continuità, la qualità nel fraseggio dei blaugrana, in maglia gialla, costringe i nerazzurri a rimanere più compatti, a stringere la linea difensiva. Serve un episodio, e l'episodio arriva a due minuti dall'intervallo. Lancio lungo, un po' sporco, gran lavoro di Lautaro che protegge palla spalle alla porta su Todibo e porge a Lukaku la palla del pareggio. In questa giocata c'è tutta l'importanza del "Toro" che toglie certezze ai centrali avversari, sia a difesa schierata sia in campo aperto.
x
Più corte le squadre in avvio di secondo tempo. All'Inter manca ancora fluidità e velocità per risalire campo palla al piede. Borja e soprattutto Vecino, a cui serve un tempo di gioco in più per vedere il posizionamento dei compagni, non sembrano avere il passo e l'intuizione per prendere in velocità la difesa del Barcellona. La squadra di Conte azzarda, affretta aperture quando potrebbe beneficiare di cambi di gioco mirati e continui.
Quel che il Barcellona continua a fare bene è schermare Brozovic: raddoppiano sull'uomo, chiudono le linee di passaggio più facili e i nerazzurri si trovano a manovrare per vie diverse. Il croato allora prova ad occupare una posizione più avanzata, più vicina a Rakitic. L'Inter guadagna frequenza di passaggi contro un Barcellona comunque schierato con linee strette a protezione della porta, ma non si vedono cambi di velocità o di fronte in grado di scombussolare una strategia di attenta difesa di posizione.
Valverde toglie Griezmann per Suarez e De Jong per Rakitic. Due cambi che potrebbero suggerire la volontà di gestire il possesso, di allargare il campo, di dettare i ritmi. Anche perché De Jong fa correre il pallone anche con un solo tocco, tanto nel gioco corto quanto nella ricerca della profondità. Lukaku ci mette del suo a complicare la serata dell'Inter, butta via due occasioni d'oro: prima tira su Neto, poi prova a saltarlo ma si allunga il pallone.
L'Inter trema sul diagonale di Vidal, trepida sulla giocata del match di Lautaro (palleggio, scatto, tiro appena largo). L'argentino è in fuorigioco sul lancio lungo in diagonale di Godin, e questo rende inutile il suo gol. Ma la rete annullata tratteggia appunto una possibilità per i nerazzurri. Conte, su questa linea, toglie D'Ambrosio e inserisce Politano, che può saltare l'uomo con più facilità sulla destra. Poi sposta il baricentro in avanti con Esposito per Borja Valero.
L'Inter si innervosisce, altro gol annullato per fuorigioco (tiro di Politano, il tocco di Umtiti verso Lukaku, oltre la linea, è considerata deviazione e non giocata), e perde via via lucidità. Prende rischi, ma la velocità si trasforma in precipitazione davanti e in pericoli dietro. E' il più giovane di tutti, Ansu Fati, un progetto di campione, a rispedire l'Inter in Europa League.