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Insigne ha una paura angosciante: “Quegli occhi sono il mio terrore, mi inquietano”

Lorenzo Insigne si confessa quando mancano pochi mesi all’addio al Napoli: “Qualcuno non mi ha mai compreso al 100 per cento”. Poi la rivelazione sul suo incubo.
A cura di Paolo Fiorenza
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Per Lorenzo Insigne sono gli ultimi mesi con la maglia del Napoli, gli ultimi mesi con addosso i colori che hanno segnato la sua vita calcistica, da quando ha mosso i primi passi fino a consacrarsi come uno dei più forti giocatori della Nazionale, trionfatore l'anno scorso a Wembley agli Europei. L'annuncio ufficiale della firma col Toronto lo scorso 8 gennaio ha posto dunque fine ad un rapporto lungo 15 anni e caratterizzato da alti e bassi, con la costante di vedersi sempre perdonare poco dai tifosi, proprio lui figlio di Napoli e che probabilmente ci teneva più di tutti a dare loro qualche gioia.

È questo il cuore della confessione dai toni molto intimi che il capitano della squadra di Luciano Spalletti ha rilasciato alla rivista Undici, Insigne si è sempre sentito un incompreso nella propria patria: "La gente si è sempre aspettata tanto da me. Ho cercato di ricambiare. Ho avuto degli screzi qualche volta coi tifosi e mi dispiace. Un capitano è un garante per le persone che amano la squadra, io credo di aver sempre assicurato che il Napoli non venisse meno all'impegno in campo. Come dicono i tifosi in curva: al di là del risultato".

"Vuoi sapere che cosa Napoli non ha capito di me? – chiede Insigne a chi lo intervista – Ho un carattere particolare. So scherzare con tutti, ma all'inizio tengo le distanze. Per alcuni tifosi è superbia, sembra che me la voglia tirare. È solo un atteggiamento di difesa. Qualcuno non mi ha mai compreso al 100 per cento. Chi mi conosce davvero, sa come sono fatto".

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Il 30enne attaccante, che ha firmato col Toronto un ricchissimo contratto di 4 anni, spiega che ha ben chiaro di essere un privilegiato: "Non mi è mai piaciuta la scuola. Sono stato fortunato a fare questo lavoro, chiamiamolo così. Non so cosa sarebbe diventata la mia vita. Non c'è stato tempo per pensare a un piano B. Eppure, sapevo che non tutti potevano arrivare. Penso a Emanuele Esposito, un ragazzo che era con me nel settore giovanile del Napoli, fortissimo, lo giuro, un giocatore di una qualità pazzesca, non ho mai visto nessuno con la sua tecnica. Spostava la palla in un centimetro. La controllava con i piedi come si farebbe con le mani. Adesso gioca con l'AZ Picerno, in Lega Pro. Poteva fare una grande carriera. Sai quanti ce ne sono di ragazzi napoletani che non hanno avuto la mia fortuna?".

Nella chiacchierata c'è spazio anche per le fobie di Insigne, una in particolare: "Del Lorenzo bambino mi rimarranno le paure. Gli occhi dei gatti, per esempio. Sono il mio terrore. Mi inquietano. Ma all'età non penso. Quando mi accorgerò di non star bene fisicamente, lascerò perdere. Vedendo Ibra a quarant'anni, viene la voglia. Per l'addio di Totti ho pianto. So che quando toccherà a me, starò male. Non voglio pensarci. Mi viene l'ansia. Viene anche a mia moglie pensando di avermi tutti i giorni a casa…".

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