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Inizia la guerra tra i club e la FIFA: “Non libereremo i calciatori per le nazionali”

La Premier prima e la Liga poi hanno chiuso la porta ai propri giocatori impedendo loro di partire per gli impegni con le nazionali nei Paesi inseriti nella lista rossa, che costringerebbe loro ad un periodo di quarantena al ritorno. La FIFA prima ha minacciato provvedimenti, poi si è ammorbidita con la volontà di trovare una soluzione.
A cura di Marco Beltrami
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Rischia di trasformarsi in un vero e proprio braccio di ferro quello che ormai è stato ribattezzato come il caos nazionali. La Premier prima e la Liga poi hanno deciso di non lasciare partire i propri calciatori per i match internazionali nei Paesi che fanno parte nella cosiddetta lista rossa. Una decisione presa "con riluttanza ma all'unanimità" visto che i nazionali poi al ritorno dovrebbero osservare un periodo di quarantena che impedirebbe loro di scendere in campo nei rispettivi campionati. La FIFA attraverso una nota a firma di Infantino ha prima minacciato provvedimenti, ma ha assunto poi una posizione più morbida nel tentativo di mediare e trovare una soluzione. Cosa farà la Serie A?

Più di 80 giocatori tra campionato inglese e spagnolo dovrebbero lasciare Inghilterra e Spagna per prendere parte agli impegni con le rispettive nazionali nei 26 Paesi della cosiddetta "lista rossa", dove ci sono anche Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Uruguay e Turchia. Ecco allora che Premier e Liga hanno chiuso le porte in uscita: al rientro infatti tutti i giocatori dovrebbero osservare 10 giorni di stop di quarantena, e salterebbero dunque almeno due partite, senza considerare poi il rischio di un "bonus" di tempo ulteriore per recuperare al meglio

Le parole del comunicato spagnolo, dopo quello inglese sono molto forti: "La Liga appoggerà in tutti gli ambiti la decisione dei club spagnoli di non liberare i nazionali per le convocazioni della Conmebol e prenderà le opportune azioni legali contro questa decisione che influisce sull’integrità della competizione". La FIFA non ha perso tempo per diramare una nota perentoria a firma del numero 1 Gianni Infantino. Queste le sue parole: "La FIFA procederà a ribadire alle rispettive federazioni affiliate e ai club interessati le basi normative. Nonché li renderà partecipi delle conseguenze della loro eventuale inosservanza".

In un secondo momento il patron del massimo organo calcistico internazionale si è dimostrato più conciliante e in un nuovo comunicato ha manifestato la volontà di trovare una soluzione condivisa: "Abbiamo affrontato insieme i problemi globali in passato e dobbiamo continuare a farlo in futuro. Chiedo una dimostrazione di solidarietà da parte di ogni associazione membro, ogni lega e ogni club, per fare ciò che è giusto e corretto per il gioco globale. Molti dei migliori giocatori del mondo competono in campionati in Inghilterra e Spagna, e crediamo che questi paesi condividano anche la responsabilità di preservare e proteggere l'integrità sportiva delle competizioni in tutto il mondo".

A tal proposito ecco la proposta al premier britannico Johnson da parte di Infantino: "Ho scritto al primo ministro Boris Johnson e ho chiesto il sostegno necessario, in particolare, in modo che i giocatori non siano privati della possibilità di rappresentare i loro paesi nelle partite di qualificazione per la Coppa del Mondo FIFA, che è uno dei massimi onori per un calciatore professionista. Ho suggerito che un approccio simile a quello adottato dal governo britannico per le fasi finali di EURO 2020 sia attuato per le prossime partite internazionali".

E la Serie A? Per ora tutto tace nel massimo campionato italiano reduce dalla prima giornata di gare. Sono tanti i nazionali che dovrebbero partire alla volta anche di Paesi inseriti nella lista rossa. Il big match in programma proprio dopo la sosta, ovvero Napoli-Juventus perderebbe per esempio in caso di via libera ai giocatori diversi protagonisti. Basti pensare a Paulo Dybala tornato tra i convocati dell'Argentina.

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