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Caso Juve, le news su plusvalenze e stipendi

Indagine sulla Juve, la Procura non fa appello sulla richiesta di misure cautelari per i dirigenti

L’appello che era cerchiato in rosso sul calendario per il prossimo 21 dicembre non ci sarà, in quella sede i pubblici ministeri avrebbero chiesto anche di procedere con il sequestro preventivo di 437.000 euro. Somma che sarebbe stata confiscata per l’ipotesi di reato prefigurata di dichiarazione fiscale fraudolenta.
A cura di Maurizio De Santis
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L'ex presidente, Andrea Agnelli, e l'intero Cda della Juventus si sono dimessi il 28 novembre scorso.
L'ex presidente, Andrea Agnelli, e l'intero Cda della Juventus si sono dimessi il 28 novembre scorso.
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L'udienza in appello del 21 dicembre non ci sarà, non vi sarà alcuna discussione sulla possibilità d'infliggere misure restrittive. La Procura di Torino non insisterà nella richiesta di misure cautelari che i pubblici ministeri avevano avanzato nei confronti della Juventus, dell'ex presidente Andrea Agnelli e delle altre persone indagate nel filone dell'inchiesta Prisma.

L'indagine che ha messo sotto la lente degli inquirenti la gestione societaria analizzando il ricorso alla "opacità" di certe operazioni di mercato per generare "plusvalenze sospette" e presumendo irregolarità di bilancio (tra cui la contabilizzazione di quegli ingaggi divenuti oggetto di trattativa tra società e calciatori, le cosiddette "manovre stipendi")

A fine ottobre scorso il gip, Ludovico Morello, s'era opposto a quell'istanza per una ragione essenziale sia perchénon esisteva più il rischio di reiterazione del reato sia perché le due "manovre stipendi" (nella prima spiccava come centrale la mediazione dell'ex capitano, Giorgio Chiellini) facevano riferimento a quelle che nelle carte era stato definito "un periodo non più attuale" (il biennio devastante della pandemia e dell'emergenza Covid).

A spuntare il tentativo da parte della Procura di stringere il cerchio intorno ai vertici della Juventus è stata la mossa preventiva da parte del Consiglio di Amministrazione di rassegnare le dimissioni in blocco il 28 novembre scorso. Una decisione che in qualche modo ha disinnescato l'esigenza di interdizione dalle cariche del club di quelle persone coinvolte a vario titolo nell'inchiesta.

La cosiddetta "carta Ronaldo" è uno dei documenti considerati chiave dagli inquirenti nella ricostruzione delle cosiddette manovre stipendi" contabilizzate a bilancio.
La cosiddetta "carta Ronaldo" è uno dei documenti considerati chiave dagli inquirenti nella ricostruzione delle cosiddette manovre stipendi" contabilizzate a bilancio.

L'appello che era cerchiato in rosso sul calendario per il prossimo 21 dicembre non ci sarà, in quella sede i pubblici ministeri avrebbero chiesto anche di procedere con il sequestro preventivo di 437.000 euro. Somma che sarebbe stata confiscata per l'ipotesi di reato prefigurata di dichiarazione fiscale fraudolenta.

Quali sono i reati che gli inquirenti hanno ipotizzato? Sono molto gravi: false comunicazioni sociali, ostacolo all'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza, manipolazione del mercato e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.

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