L’ultimo viaggio di Maradona tra dolore e incidenti: dalla Casa Rosada al cimitero di Bella Vista
Il lungo addio a Diego Armando Maradona del popolo argentino s'è chiuso poco prima delle 17 ora locale, quando in Italia erano le 21. D10s ha iniziato l'ultimo viaggio verso il cimitero di Jardin Bella Vista per essere seppellito accanto ai genitori. L'auto che trasportava la salma è stata accompagnata da un lungo corteo di auto, motorini. L'ultimo viaggio a margine di una giornata convulsa, durante la quale non sono mancati i momenti di tensione. La veglia funebre è stata turbata dai clamori, dagli schiamazzi e dalla calca che premeva all'esterno della Casa Rosada. Un fiume di persone che per tutta la giornata s'è recato in pellegrinaggio ai piedi del D10s. Un fiume di passione, tracimato fino a rendere la situazione incontrollabile. Ecco cosa è accaduto nel giorno dell'addio.
Tensione all'esterno della Casa Rosada
Nonostante la decisione del Governo di prolungare ancora di qualche ora l'apertura della camera ardente per motivi di ordine pubblico (fino alle 19, ore 23 nel nostro Paese), è stato impossibile governare la poca compostezza della folla e della voglia delle migliaia di persone di rendere l'ultimo saluto all'ex Pibe de Oro. Tutto il suo popolo era lì, col cuore gonfio di lacrime, impazzito per il dolore e per la perdita dell'uomo che ha saputo restituire alla sua gente orgoglio, riscatto e quella gioia culminate con la vittoria del Mondiale in Messico.
Scoppiano gli scontri, chiusa la veglia funebre
La situazione è divenuta pericolosa, caratterizzata ancora una volta dalla ressa e dai disordini, dal tentativo da parte di molti di scavalcare le transenne e le inferriate del Palazzo, ha costretto le autorità a porre fine alla veglia funebre per el Diez. Nove le persone arrestate per quanto accaduto nelle ultime ore, tutte a causa della gazzarra e, in alcuni casi, del tentativo da parte della folla di forzare i posti di blocco e il percorso prestabilito. Gli scontri con le forze dell'ordine sono iniziati lungo la fila su Avenida de Mayo: il timore di non riuscire a rendere omaggio all'ex campione ha scatenato l'isteria collettiva, costringendo le forze dell'ordine a cariche di alleggerimento.
A Plaza de Mayo, dinanzi alla sede del Governo argentino, a prendere il sopravvento è stato il rumore delle sirene e il tonfo, sordo, dei colpi contro gli scudi della polizia schierata in assetto anti-sommossa. Molte persone, impaurite e deluse, sono andate vie. Altre, tra quelle più facinorose, hanno cercato il contatto fisico con il cordone di sicurezza. Altre ancora, come si evince dalle immagini mandate in onda dai notiziari, hanno provato addirittura a fare irruzione all'interno dell'edificio.
Il feretro portato al cimitero di Bella Vista
Il caos ha indotto le autorità, d'accordo con la famiglia di Maradona, a spostare la bara dell'ex Pibe in un'altra sala del Palazzo presidenziale. Una scelta motivata dall'opportunità di permettere all'ex moglie Claudia Villafane e alle figlie del campione di dare un ultimo saluto alla salma prima del trasferimento per la sepoltura nel cimitero di Jardin Bella Vista. Lì, Maradona, si ricongiungerà idealmente a sua madre e a suo padre (Dona Tota, morta nel 2011 e don Diego, deceduto nel 2015). Costruito negli Anni Ottanta, sorge a 35 chilometri da Buenos Aires.
L'ultimo corteo lungo la Avenida de 9 Julio
Prima della traslazione della salma, è arrivata l'ultima decisione di una giornata durissima, convulsa, greve, carica di emozioni: il corteo funebre è passato lungo la Avenida de 9 Julio così da consentire anche a tutte quelle persone che non sono riusciti ad avvicinarsi alla camera ardente di salutarlo.