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Inchiesta sulla vendita del Milan, parte degli atti trasmessi alla Procura Figc: cosa può succedere

La procura di Milano ha inviato a quella della Federcalcio le 12 pagine che hanno autorizzato la perquisizione negli uffici del club. Si indaga sulla presunta influenza (ancora) dominante di Elliott e sulla compravendita con RedBird avvenuta ad agosto 2022.
A cura di Maurizio De Santis
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La trasmissione degli atti dell'inchiesta sul Milan è un atto dovuto. Quelli che la Procura di Milano ha inviato alla Procura della Federcalcio è solo una parte della documentazione che fa riferimento alla vendita della società da Elliott a RedBird avvenuta nell'agosto 2022. Si tratta del decreto di perquisizione grazie al quale sul tavolo degli inquirenti sono finiti alcuni fascicoli che hanno destato sospetti e alimentato il quesito principe: di chi è veramente il club rossonero? L'ipotesi di reato prefigurata è ostacolo alle funzioni di vigilanza della Figc ed è a carico dell'amministratore delegato, Giorgio Furlani (nella foto in basso).

È presto, però, perché la Procura federale apra ufficialmente un'indagine e, nel caso, anche un procedimento. Al momento si tratta di verifiche sul fronte della giustizia sportiva e nemmeno del esaustive considerato che di tutto il faldone attualmente in possesso dei pm sono state messe a disposizione (per adesso) solo le 12 pagine che autorizzavano l'intervento e il sopralluogo delle forze dell'ordine. Si tratta dell'atto firmato dai pm Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi, null'altro. Meglio, di più non è possibile concedere perché le indagini sono ancora aperte, gli accertamenti in corso e per questa ragione la parte restante delle fonti e delle prove raccolte sono ancora coperte dal segreto investigativo.

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In particolare l'attenzione è focalizzata sui riscontri informatici che potrebbero fare luce anche su un'altra questione, il capitale utilizzato per la compravendita avrebbe finanziato una sorta di contratto di prestito al venditore. Ecco perché seguono la pista di carta che porta: al versamento effettivo o meno da parte di RedBird di 600 milioni a Elliott (e non da parte di un fondo che per i pm non sarebbe gestito dal gruppo di Cardinale, nella foto in apertura); al pagamento di una parte dei 560 milioni prestati da Elliott a RedBird e gli interessi sul capitale.

La parzialità degli atti insiste anche su un altro dettaglio: gli inquirenti attendono il resoconto dell'analisi dei dispositivi informatici messi sotto sequestro dopo le perquisizioni. Al netto della smentita secca di RedBird, prima di fare un passo ulteriore (al momento, Furlani e l'ex Gazidis sono gli unici indagati), la Procura intende avere tra le mani materiale più probante per seguire il filone della cosiddetta "proprietà occulta". Così fosse, i risvolti a livello sportivo (per le sanzioni che si rischiano in caso di violazione dei regolamenti Uefa e federali) e a livello penale potrebbero scuotere dall'interno il Milan. Per ora, però, tutto è nel campo delle ipotesi.

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Conflitto d'interesse. È l'espressione che i pm hanno utilizzato per spiegare la deduzione fatta tenendo conto delle norme che sarebbero state violate (a cominciare da quella sulle multiproprietà) in seguito a una vendita "simulata". Secondo gli inquirenti Elliott avrebbe sfruttato questa manovra per mantenere una forma di controllo sia sul Milan sia sui francesi del Lille. Non solo, in caso di ricapitalizzazione del Milan, potrebbero addirittura trarre benefici economici grazie all'ingresso di eventuali nuovi soci/investitori.

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