Inchiesta Prisma, la Procura di Roma chiude le indagini sulla Juve: quali sono le ipotesi di reato
La Juventus ha ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini preliminari della Procura di Roma per l'Inchiesta Prisma. Sono state confermate ipotesi di reato già formulate dai pm di Torino: manipolazione del mercato, ostacolo a esercizio autorità pubblica vigilanza, fatture per operazioni inesistenti.
Il club bianconero ha comunicato in una nota ufficiale di aver ricevuto “in data odierna la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma”. Alcuni mesi fa sono stati trasmessi gli atti dell’inchiesta al foro romano dopo che in un primo momento era stata portata avanti dalla Procura di Torino, successivamente dichiarata incompetente per luogo dalla Cassazione a inizio settembre su ricorso della società piemontese.
Il comunicato del club bianconero prosegue così: “In linea con le ipotesi accusatorie già prospettate dalla Procura della Repubblica di Torino, l’Avviso fa riferimento a presunti reati di falso nelle comunicazioni sociali, manipolazione del mercato, ostacolo all’esercizio delle autorità di pubblica vigilanza (Consob, nel caso di specie) e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti. Sulla base delle sommarie informazioni a disposizione allo stato, i fatti oggetto del provvedimento attengono ai bilanci al 30 giugno 2019, 2020 e 2021 e sono relativi alle cosiddette operazioni di “scambio” di diritti alle prestazioni sportive di calciatori e agli accordi di riduzione e ai successivi accordi di integrazione dei compensi del personale tesserato conclusi negli esercizi 2019/2020, 2020/2021 e 2021/2022 (cosiddette “manovre stipendi”) nonché ai cosiddetti “accordi di recompra” attinenti a talune operazioni di calciomercato risalenti agli esercizi 2017/2018, 2018/2019 e 2019/2020″.
Che cos'è l’Inchiesta Prisma? È l’indagine condotta dalla Procura di Torino che, partita da una serie di controlli di Consob e Covisoc, ha analizzato alcune operazioni di mercato poco chiare, effettuate soprattutto dalla Juventus. Per la Procura di Torino, che ha condotto per prima le indagini prima di passare il testimone ai pm di Roma, emergeva l’ipotesi di reato di false comunicazioni delle società quotate ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Secondo quanto raccolto dai pm torinesi la Juve avrebbe generato 155 milioni di plusvalenze fittizie, ovvero guadagni che non corrisponderebbero al reale incremento di valore del calciatore, messi a bilancio per ammortizzare le perdite così da rispettare il Fair Play Finanziario.