Inchiesta false fatturazioni: chiesto un anno per De Laurentiis, Galliani e i Percassi
Utilizzo di false fatturazioni in relazione alla triangolazione che si veniva a creare tra la società che intendevano acquistare un calciatore, il calciatore stesso e il suo procuratore. È questa l'ipotesi di reato chiesta dalla Procura di Napoli nei confronti di alcuni big del calcio italiano come il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, Adriano Galliani, all’epoca dei fatti dirigente del Milan oggi al Monza, Antonio e Luca Percassi, massimi dirigenti dell’Atalanta e per il presidente del Pescara Daniele Sebastiani. La Procura ha chiesto un anno di reclusione per il numero uno del Napoli e poco più di un anno per gli altri. L'inchiesta attende ora l'esito del primo grado di giudizio: il dibattimento è durato più di quattro anni.
Questo secondo quanto riportato da ‘Il Mattino' nell'edizione odierna che sottolinea come fra loro ci sia anche Alessandro Moggi, agente sportivo, per cui è stata chiesta la pena di due anni e otto mesi. Gli imputati dovranno rispondere di false fatturazioni nella gestione dei rapporti fra i club e gli agenti dei calciatori negli anni fra il 2009 e il 2014. Nello specifico a De Laurentiis, dai pm Stefano Capuano e Danilo De Simone, viene imputata una fattura ritenuta falsa che avrebbe portato a un'evasione di 8 mila euro di Iva relativa all’acquisto del calciatore Emanuele Calaiò dal Siena nel 2013. La Procura ha fatto comunque una premessa evidenziando come in questo scenario, le società vanno ritenute vittime di un sistema distorto e organizzato a tavolino.
Per diversi presidenti ed ex patron di club di Serie A, la Procura ha invece chiesto l'assoluzione. Si tratta del presidente della Lazio, Claudio Lotito, l’ex presidente del Chievo Luca Campedelli e l’ex presidente della Fiorentina Andrea Della Valle. Questi ultimi, coinvolti in questi anni nell'inchiesta, non risultano aver firmato formalmente le operazioni finite al vaglio dei magistrati. Richiesta di assoluzione anche per tutti i calciatori coinvolti come Ezequiel Lavezzi, ex attaccante del Napoli. Non risulta imputato invece Calaiò che non è stato citato dalla Procura.
La Procura ha messo sotto torchio il meccanismo attraverso il quale l'agente, nel momento in cui stava concludendo la compravendita del suo assistito, figurava nella viste di consulente della società. Una figura ritenuta fittizia che ai fini fiscali appariva con un collaboratore del club. In pratica la società deduceva i costi e detraeva l'Iva. A questo punto il giocatore in questione incassava al netto il suo ingaggio mentre il procuratore si prendeva la sua parte concludendo l'affare. In questo momento i pm hanno chiesto la prescrizione per i fatti commessi fino al 2011. La sentenza definitiva è attesa per il prossimo 2 febbraio 2023.