In Spagna il calcio riparte così: “Le partite saranno il posto meno rischioso”
Il calcio spagnolo è pronto per ripartire, sulla scia di quanto deciso in Germania. Se la Bundesliga dovrebbe diventare il primo dei top 5 campionati europei a (ri)prendere il via, a seguire potrebbe esserci la Liga. Il piano del presidente dell'organo che gestisce il massimo torneo iberico Javier Tebas ha fissato nel 12 giugno la data ideale per il ritorno in campo. I cinque contagiati dopo la prima tornata di test tra i giocatori di prima e seconda categoria non preoccupano i vertici del pallone spagnolo. Lo stesso Tebas, alla luce del protocollo sanitario per la ripresa della Liga, ha definito le partite come "il posto meno a rischio" per contrarre il Covid-19.
"Le partite? Il posto meno rischioso"
Grande ottimismo in Spagna sulla ripresa del campionato di calcio. Il presidente della Liga Javier Tebas nella sua ultima intervista a "Movistar + "El Partidazo" ha minimizzato il caso dei 5 contagiati tra i calciatori di prima e seconda divisione (2500 i tamponi effettuati complessivamente). Il protocollo studiato per il ritorno in campo, offre le giuste garanzie e quando arriverà il definitivo via libera dell'autorità sanitaria, si potrà tornare a giocare. D'altronde a detta di Tebas, le partite di calcio, alla luce dei rigidi controlli delle misure anti-contagio che saranno adottate, saranno "il posto meno rischioso".
Liga, partite tutti i giorni
Questo comporterà grande responsabilità da parte dei calciatori e dei club, che a partire da fischio d'inizio della ripresa (Tebas spera il 12 giugno) dovranno vivere un vero e proprio tour de force. Si giocherà praticamente tutti i giorni, a porte chiuse, con tutti i tesserati che dovranno sacrificarsi al massimo per evitare nuovi contagi. Se i vertici della Liga sono fiduciosi, nella speranza di evitare ulteriori danni economici, qualche perplessità emerge dai giocatori. Piqué per esempio ha chiesto di rimandare il ritorno in campo, almeno di qualche giorno per scongiurare il rischio di infortuni dopo il periodo di inattività.
Il protocollo per il ritorno del calcio in Spagna
D'altronde i protagonisti dello sport più bello del mondo sanno benissimo a cosa vanno incontro. Il protocollo, simile a quello della Bundesliga, è molto rigido e prevede controlli serrati per tutti. Distanziamento sociale e dispositivi di sicurezza saranno obbligatori per tutti, soprattutto in occasione dell'arrivo allo stadio, con i convocati che dovranno viaggiare almeno su due autobus, tracciando i loro spostamenti. Misurazione della temperatura, e ingresso scaglionato negli spogliatoi. L'intera struttura dello stadio sarà divisa in tre zone: ci dovranno essere tra terreno di gioco e sottopassaggio solo 94 persone, ovvero 6 calciatori, allenatori, medici, fisioterapisti, la squadra di arbitri, ecc; stesso numero di addetti ai lavori nella seconda area dell'impianto ovvero stand e panchine e solo 32 unità all'esterno.
Ammonizione in caso di sputo
Ma cosa succederà poi durante le partite? Lì il contatto tra i calciatori delle due squadre sarà comunque inevitabile, anche se si proverà a ridurli al minimo, eliminando cerimonie, saluti, ed esultanze con abbracci. I giocatori che scenderanno in campo, in teoria saranno tutti negativi, anche alla luce dei controlli a tappeto costanti. Ogni atleta che sputerà sul terreno di gioco, sarà comunque ammonito per ridurre al minimo eventuali rischi e dare il buon esempio. Inoltre al momento del ritorno in campo per l'intervallo tutti i calciatori e la terna arbitrale dovranno cambiarsi. Le regole ferree non saranno osservate solo durante le ore a ridosso della partita, ma anche nel corso della settimana. Su questo dunque anche la società dovrà effettuare dei controlli: in caso di nuove positività non ci sarà alcuna sospensione. A meno di un numero di contagiati altissimo, chi contrarrà il Coronavirus, sarà considerato al pari di un infortunato.