In quale mano ogni arbitro dovrebbe tenere il fischietto: un semplice trucco per non sbagliare
Negli ultimi anni il calcio è cambiato, e non di poco. La grande novità non è stata tattica, ma è relativa al VAR che ormai fa parte a pieno titolo di questo sport. Sperimentato per primo in Serie A, è diventato una parte fissa del calcio e senza di esso non si gioca né in Champions League né ai Mondiali né agli Europei. Con il VAR è cambiato anche il modo di arbitrare e i direttori di gara in questi anni devono tenere conto di una variabile ulteriore, che li obbliga a essere meno frettolosi. Ed esiste qualche piccolo segreto per evitare errori dovuti all'eccessiva rapidità.
Si è sempre detto che un buon arbitro deve essere calmo, pacato e che deve cercare di essere sempre vicino all'azione, così da non perdere contatto con ciò che accade. Il tempismo è sempre stato importante, non solo per sedare eventuali risse. Ma adesso il tempismo è sì sempre importante, ma non è così determinante. Perché essendoci il VAR, e tra poco farà il suo esordio anche il fuorigioco semiautomatico, gli arbitri devono cercare di essere meno impetuosi. Meno fretta dunque per essere più perfetti.
Bisogna attendere. Lo sanno anche gli appassionati, quanto i calciatori, che vedono magari azioni che continuano nonostante chi sia in possesso del pallone fosse palesemente in fuorigioco. Bisogna aspettare soprattutto in determinate situazioni. Adattarsi non è semplice soprattutto per alcuni direttori di gara che fischiano subito, che hanno grande tempismo ma che in realtà in alcuni momenti non danno troppo peso al VAR.
Un esempio lampante recente è quello di Monza-Inter. L'arbitro Sacchi ha fischiato anticipatamente un fallo che non c'era e così ha praticamente negato all'Inter il gol del 3-1 (che probabilmente avrebbe chiuso la partita).
Il direttore di gara di Macerata è stato irruente e ha fischiato pensando che un calciatore dell'Inter avesse fatto fallo su un difensore del Monza. Cosa sbagliata. Perché sono stati due calciatori brianzoli a scontrarsi. L'arbitro Sacchi resterà fuori per qualche settimana. L'Inter ancora si lamenta e si rammarica per la rete cancellata ad Acerbi.
Il designatore Rocchi in conferenza stampa ha annunciato che Sacchi sarà fuori, ma materialmente non è stato sospeso: "Non sospendo nessuno, ma Sacchi starà un po’ di più in panchina, diciamo così. La bravura sarà quella di farne tesoro. Dovrà tornare in campo sereno".
Per evitare di essere troppo frettolosi gli arbitri possono fare ricorso a una serie di accortezze. Dei buoni consigli ha dato loro Luca Marelli, ex arbitro, che in ‘Spiega Marelli' su DAZN ha parlato anche dell'uso del fischietto e ha anche suggerito agli arbitri di oggi dove posizionare il fischietto: "A tutti è capitato di fischiare con troppa precipitazione. Quindi mi permetto di dare un piccolo aiuto, un consiglio, magari agli arbitri che ci stanno seguendo. Non tenete mai il fischietto in bocca".
Marelli spiega tutto nel dettaglio e sottolinea subito che: "Se arriva una pallonata può essere pericoloso, si può rischiare di perdere anche un dente, è capitato pure a me quando avevo 20 anni". E tecnicamente ha spiegato anche il perché: "Il fischietto di plastica è rigido, e con il fischietto in bocca, può ‘scappare' il fischio".
Ma l'ex arbitro ha dato un ulteriore consiglio agli arbitri di oggi suggerendo loro dove mettere il fischietto: "Avendo il fischietto in bocca diciamo che d'istinto si tende a fischiare. Per questo se il fischietto lo si ha in mano è meglio. Chi è destro dovrebbe tenerlo con la sinistra, così non lo si porta spontaneamente subito alla bocca. Nel momento in cui si può consentire meglio il vantaggio o la conclusione di un'azione che può essere rivista dal VAR".