In Pisa-Monza protestano tutti: perché l’arbitro non ha espulso Birindelli per il tocco di braccio
Elettricità e intensità in Pisa-Monza. Già nel primo tempo della finale di ritorno dei playoff di Serie B, non sono mancate le emozioni (le squadre sono andate al riposo sul 2-1) e gli episodi da moviola destinati a far discutere. Due in particolare le situazioni finite sotto la lente della moviola, e che hanno fatto arrabbiare i giocatori in campo, da una parte e dall'altra. Si parlerà a lungo delle decisioni di Mariani.
Il primo caso è quello relativo al gol dell'1-2 del Monza segnato dopo il doppio vantaggio della squadra di casa che ha infiammato l'Arena Garibaldi. Azione concitata e rocambolesca, con Carlos Augusto che ha toccato il pallone con il braccio. Un rimpallo che ha permesso a Mota di servire poi alla perfezione Machin che dopo un bel movimento ha spedito la sfera nel sette rimettendo il discorso complessivo in parità. Grandissime proteste dei nerazzurri che hanno chiesto a più riprese all'arbitro Mariani di consultare il Var per un possibile annullamento della marcatura. E invece il direttore di gara dopo un check, non ha nemmeno fatto ricorso all'on field review facendo proseguire la sfida.
Il tocco con il braccio è evidente, ma lo stesso non è stato ritenuto irregolare né da Mariani né dal Var. Il motivo? Il fatto che lo stesso fosse attaccato al corpo, e che quindi il giocatore non avrebbe fatto nulla per aumentare il volume del suo corpo. Lavoro straordinario per la moviola in campo, visto che poco dopo c'è stata un'altra situazione destinata a far discutere, quella relativa ad un fallo di mano di Birindelli.
Il capitano del Pisa in equilibrio precario, e in caduta, ha intercettato con il braccio un pallone che sarebbe finito comodamente a Mota. Il giocatore del Monza senza il fallo dell'avversario avrebbe avuto la strada spianata verso la porta avversaria. L'arbitro ha estratto solo il giallo tra le feroci lamentele degli ospiti. Anche in questo caso il Var non ha cambiato la decisione del direttore di gara che ha pensato forse che non ci fossero le premesse per il DOGSO, ovvero il "Negare un'evidente opportunità di segnare una rete", perché Mota non era ancora in possesso della sfera e anche giudicando quasi involontario il tocco dell'esterno condizionato della caduta. Restano però molti dubbi