In Macedonia è grande festa: tirano in ballo “l’unico uomo che avrebbe potuto salvare l’Italia”
Se in Italia si piange amaramente dopo l'eliminazione dai prossimi Mondiali, in Macedonia del Nord è grande festa, comprensibilmente per un Paese che è ai margini della mappa del calcio e che prima della partecipazione agli Europei dello scorso anno non si era mai qualificato per la fase finale di nessuna grande competizione internazionale. Oggi la squadra è tornata in patria e nella capitale Skopje ha trovato migliaia di tifosi ad accoglierla e celebrarne la storica vittoria di Palermo.
Proprio di fronte all'Arco di Trionfo della città i giocatori si sono rivolti alla folla ed hanno promesso di lasciare fino all'ultima stilla di energia sul campo di Porto martedì sera, quando giocheranno la finale dei playoff contro il Portogallo. Una partita che vede strafavoriti Ronaldo e compagni, esattamente come lo era l'Italia alla vigilia del match del Barbera, e dunque Aleksandar Trajkovski – il giustiziere degli azzurri al 92′ – la butta lì tra l'auspicio e la stilettata a Immobile e compagni: "Vorrei che anche il Portogallo ci sottovalutasse come hanno fatto gli italiani. Ora tutti hanno visto che siamo una squadra che può giocare contro tutte le Nazionali. Ma non credo che questa volta l'avversario ci sottovaluterà…".
Il 29enne ex palermitano ha poi raccontato la dinamica della rete che ha beffato Donnarumma in pieno recupero: "Avevo tre giocatori davanti a me e all'inizio pensavo che la palla sarebbe finita sul fondo, poi ho visto che ho segnato e non potevo crederci. Poi gli arbitri hanno guardato il VAR, ma sapevo che la palla non mi aveva colpito la mano ed è stato un momento molto bello per tutti noi. Ora abbiamo quattro giorni per riposarci e recuperare le forze per la prossima partita in Portogallo".
Intanto i media macedoni rilanciano un tweet che prende in giro la nostra Nazionale. C'è la foto di un arbitro e la didascalia che recita: "L'unico uomo che avrebbe potuto salvare l'Italia contro la Macedonia del Nord". Il direttore di gara in questione è Janny Sikazwe, lo zambiano che divenne tristemente famoso durante l'ultima Coppa d'Africa, quando fischiò la fine del match tra Tunisia e Mali all'85', salvo poi far riprendere il gioco davanti alla conseguenti rimostranze e tuttavia fischiare poco dopo ancora la fine in anticipo di qualche secondo, senza alcun recupero. Un episodio spiegato poi in maniera farneticante da Sikazwe: "Dio mi ha detto di fischiare, stavo morendo". Insomma se anche a Palermo ci fosse stato un arbitro desideroso di fischiare la fine dei 90 minuti in anticipo, a quel punto saremmo entrati in un universo parallelo in cui si sarebbero giocati i tempi supplementari…