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Mondiali in Qatar 2022

In Iran feste e caroselli per celebrare l’eliminazione dai Mondiali: è una nazione spaccata

L’Iran ha festeggiato per tutta la notte l’eliminazione della Nazionale dai Mondiali dopo il ko contro gli USA. Caroselli, cori e tante persone per strada in una nazione completamente spaccata.
A cura di Fabrizio Rinelli
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È bastato un gol di Pulisic per scattare la festa degli USA che si sono qualificati agli ottavi di finale dei Mondiali 2022 in Qatar dopo la vittoria per 1-0 sull'Iran. Un risultato che però non ha fatto festeggiare solo la squadra statunitense e il popolo a stelle e strisce, ma anche gli stessi iraniani. Già, perché le immagini che stanno ancora circolando sui social e documentano ciò che è accaduto al triplice fischio sono assolutamente insolite. Non si era mai verificato che il popolo di una nazionale eliminata dai Mondiali festeggiasse per strada questa sconfitta con clacson, caroselli di auto, balli e cori per strada.

Addirittura dai palazzi delle varie città iraniana, c'è chi addirittura ha pensato bene di sparare dei fuochi d'artificio. Ma perché? Il motivo è presto spiegato. I video sui social network mostrano la gioia della gente a Teheran, così come nelle città di Marivan, Hamadan, Ardabil, Sanandaj, Mahabad, Diwandara, Karaj, Qorveh e Mahabad. Si cantavano slogan di protesta come "Donna, Vita, Libertà" e "morte al dittatore". Secondo la dissidenza, il regime degli ayatollah, puntando sul fatto che la squadra potesse andare agli ottavi di finale dei Mondiali, contava di sfruttare l'eventuale qualificazione a fini di immagini e anche con una festa nazionale. 

Una festa dunque contro il regime. Si era tanto parlato dell'inno non cantato dall'Iran nella prima gara dei Mondiali e apprezzato dalla maggior parte dei presenti allo stadio quel giorno. Misura poi modificata pochi giorno dopo nella seconda e terza gara proprio per via della pressione ricevuta dall'Iran (si parla anche di minacce estreme nel caso in cui non l'avessero cantato nuovamente). E così con l'eliminazione dell'Iran ai Mondiali sono iniziati i festeggiamenti, anche a Saqqez, nella provincia occidentale del Kurdistan, città natale di Mahsa Amini, la 22enne di origine curda morta dopo essere stata arrestata dalla polizia iraniana per non aver indossato il velo in modo corretto.

Un'esplosione di gioia al termine di una lunga giornata di tensione che ha accompagnato questa partita dal profondo significato politico. Basti pensare che un giornalista iraniano ha raccontato di non essere andato oltre l'ascensore dello stadio sospettando che anche di ritorsione da parte delle Guardie Rivoluzionarie in Qatar, semplicemente perché i mullah mantengono stretti legami con il Qatar. Secondo il giornalista, la partita è stata "lo scontro del secolo, lo scontro tra Oriente e Occidente". È sembrato infatti sin da subito che anche il regime di Teheran avesse mostrato i muscoli in Qatar e stia reprimendo, con l'aiuto delle guardie di sicurezza addestrate, le proteste contro il governo iraniano limitando l'ingresso sugli spalti di persone con slogan politici contro il regime e t-shirt di ogni tipo.

Tensione all'ennesima potenza dunque che si è respirata anche al termine della partita. Quando in Iran diverse persone festeggiavano in strada l'uscita della nazionale dai Mondiali, altri litigavano tra di loro all'esterno dell'impianto sportivo qatariota. Le immagini mostrano infatti un tifoso iraniano in procinto di farsi un selfie con il volto dipinto di rosso sangue così come avevano già fatto altre donne e uomini in questo Mondiale. A quel punto alle sue spalle arriva un altro tifoso dell'Iran strappandogli il telefono tra le mani. Un classico attacco da parte di tifosi filo governativi che hanno provato a spegnere sul nascere quella protesta ma che non hanno potuto fare molto in Iran dato che in strada era sceso a festeggiare un intero popolo.

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