In Colombia-Ecuador succede di tutto: 18 minuti di recupero, svelato il lungo dialogo al VAR
In Colombia-Ecuador, gara valida per le qualificazioni sudamericane ai Mondiali 2022 accade di tutto: 18 minuti di recupero e il VAR che decide due volte l'esito del match (conclusosi a reti inviolate) prima per annullare un rigore agli ospiti e poi, al minuto 98, per decidere di non convalidare la rete dei ‘Cafeteros' per un tocco di mano in area di Mina. Momenti caldissimi, per una partita infinita, con grandissima tensione in campo e in sala VAR dove – per l'ultima decisione – ci sono voluti più di 5 minuti tra filmati e confronti con il direttore di gara.
Questa notte si è giocata la sfida di qualificazione ai prossimi mondiali in Qatar 2022 tra la Colombia e l’Ecuador e la gara, pur finendo 0-0, non ha lesinato emozioni fino alla fine. I "Cafeteros" cercavano la vittoria ma è arrivato alla fine il terzo pareggio consecutivo: l'atalantino Zapata sfiora la rete del vantaggio nel primo tempo, unica grande emozione dei primi 45 minuti ma di tutto accade nella ripresa.
La Colombia prova ad alzare il ritmo: Radamel Falcao sfiora il vantaggio esaltando le doti di Dominguez (tra i migliori in campo) e poi nel finale di gara accade di tutto, con il VAR decisivo in due occasioni. Nel primo caso nega il rigore agli ospiti con conseguente ammonizione per Mena per proteste dalla panchina. Poi, la Colombia al minuto 98 segna il gol che varrebbe la vittoria con Mina, ma la tecnologia aiuta l’arbitro per un mani ad inizio azione. Ed è proprio in questo secondo caso che il VAR diventa assoluto protagonista per un match che alla fine si protrarrà fino al 108′.
"Diego, sto controllando una possibile mano dell'attaccante, per favore aspetta". Così inizia il lungo fraseggio tra il VAR e il direttore di gara peruviano Diego Haro sul possibile gol segnato da Mina a tempo oramai scaduto.
AVAR – Controlla tutta l'azione.
VAR – Dammi l'immagine, apri l'angolo, digli cosa ho trovato, che sto revisionando le immagini.
Dammi la mano possibile, stop, ecco: Diego, On Field Review per una possibile mano con l'imminenza dell'attaccante prima del gol. Dammi il primo che mi hai dato e questo lo diamo dopo, quello, ok… dammi il loop e aspetta. Diego, sono Leodan, abbiamo una possibile mano casuale, ma con imminenza del gol, ok. Ti daremo le migliori angolazioni.
ARBITRO – Leo, ci sono.
VAR – Va bene, avanti, per favore, un loop. Ecco… fotogramma per fotogramma, e ho un'altra angolazione. C'è una mano come vedrai, mano casuale ma secondo la regola c'è prossimità con l'azione del gol. Ti darò un'altra angolazione: prendi una decisione, hai la mano.
ARBITRO – Leo ascoltami, di nuovo, voglio vedere come cambia la traiettoria per favore.
VAR – Ti diamo il loop, fotogramma per fotogramma.
ARBITRO – Perfetto.
VAR – Con l'altra fotocamera che ti offriremo.
ARBITRO – Leo, cambio decisione: mano di Mia, ma senza cartellino.
VAR – Decisione corretta, Diego, mano casuale con imminenza sul gol, perfetto.
Un conciliabolo durato oltre cinque minuti in cui si evidenzia il lavoro serrato degli addetti al VAR e all'AVAR che rivedono ripetutamente le immagini sui monitor in differenti angolazioni mentre in campo sale la tensione per l'attesa. Quando l'arbitro Haro viene chiamato al video per l'On Field Review, aumentano le proteste a tal punto che il direttore di gara non riesce più a sentire i colleghi del VAR ed è costretto a imporre il silenzio ai giocatori. Trascorrono cinque lunghissimi minuti, poi la decisione – corretta – per una gara che si conclude solamente al 108′, restando sullo 0-0.