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Immobile condannato per evasione fiscale, nel mirino dei giudici il passaggio dalla Juve al Genoa

Ciro Immobile deve fare i conti con il Fisco e in particolare con la Cassazione che lo ha condannato per evasione fiscale. Sotto la lente d’ingrandimento il ruolo di Moggi Jr.
A cura di Marco Beltrami
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A pochi giorni dalla sconfitta interna della Lazio contro il Napoli, arriva un'altra brutta notizia per Ciro Immobile. L'attaccante della squadra di Maurizio Sarri e della Nazionale deve fare i conti con il Fisco e in particolare con la Cassazione che lo ha condannato per evasione fiscale. La vicenda è relativa a qualche anno fa, e in particolare all'estate del 2012, quando Immobile lasciò la Juventus per approdare al Genoa.

All'epoca dei fatti il bomber aveva solo 22 anni, ed era uno dei giovani attaccanti più promettenti del calcio italiano. Trasferendosi in rossoblu, con la formula ormai sparita della compartecipazione tra Genoa e Juventus rinnovata con diritti sportivi in favore dei liguri, Ciro sperava di trovare maggiore spazio e giocare con maggiore continuità. Un'operazione che fece incassare ai bianconeri 4 milioni di euro, ma che è finita sotto la lente d'ingrandimento della Guardia di finanza.

Se i due club sono assolutamente estranei alle indagini, nel mirino dei magistrati è finito Alessandro Moggi popolare figlio di Luciano Moggi ex dirigente della Juventus e procuratore di numerosi giocatori in Serie A. Proprio la sua figura ha creato problemi al centravanti, con l'Agenzia delle entrate, stando alla ricostruzione dei fatti de La Repubblica: in particolare Moggi avrebbe gestito la trattativa, nella veste ufficiale di consulente del Genoa, ma in realtà le cose non sono andare così.

Immobile ai tempi del Genoa
Immobile ai tempi del Genoa

Secondo la Guardia di Finanza infatti, il procuratore ha agito con un mandato diretto come manager del calciatore. In questo caso dunque sarebbe dovuto essere Immobile a pagare il compenso e dunque le tasse ad Alessandro Moggi. Nell'ordinanza dei giudici della sezione tributaria della quinta sezione civile della Cassazione si legge infatti: "maggiore Irpef (L'imposta sul reddito delle persone fisiche, ndr) dovuta". In pratica Immobile non ha versato l'imposta alla prestazione di Moggi.

Ad ogni modo Immobile durante il processo si è difeso. Ha sostenuto, con i suoi legali, che Moggi Junior non poteva essere all'epoca il suo procuratore dal momento che aveva assegnato un "mandato in esclusiva a un diverso agente, Marco Sommella". Un tesi che non ha retto, anche perché le "indagini avevano dato prova dell'esistenza di rapporti diretti far il Moggi e il contribuente, sia tramite l'evidenza di versamenti effettuati dal Sommella al Moggi, con la causale "compenso Immobile", sia tramite il rinvenimento di un manoscritto dello stesso Moggi, che conteneva un elenco di calciatori da lui assistiti e che recava il nome anche del contribuente".

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