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Il video di Luis Enrique nello spogliatoio che spiega perché nel PSG è successo qualcosa di speciale

Il PSG visto nelle due gare degli ottavi di finale di Champions contro il Liverpool ha mostrato al meglio la filosofia che Luis Enrique è riuscito a imprimere nel corso del tempo. Cambiando atteggiamento e mentalità di una squadra in cui oggi tutti corrono, difendono e attaccano. Ciò che l’ex stella della Barça aveva sempre richiesto anche ai tempi di Mbappé, bacchettando il fuoriclasse francese: “Essere un leader non significa aiutare solo con i gol”
A cura di Alessio Pediglieri
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Luis Enrique è riuscito a dare una nuova filosofia di gioco e approccio al Paris Saint Germain, sfatando l'ultimo tabù con la qualificazione ai quarti di finale di Champions conquistati sul campo del Liverpool. Un successo che ha rilanciato le ambizioni parigine e confermato il lavoro che il tecnico catalano è riuscito a compiere dietro le quinte, ridando fiducia e autostima ad un ambiente che storicamente ha sempre fallito sul fronte internazionale nei momenti che contano. Una filosofia che pretendeva, ottenendola solo a tratti, anche da Kylian Mbappé in persona: "Non si può aiutare solo con i gol, devi diventare il miglior difensore della squadra, dare l'esempio in campo. Questo significa essere veri leader". 

Contro il Liverpool, nella tana inglese di Anfield Road, il PSG ha confermato una supremazia che si era già intravista al Parco dei Principi, malgrado l'amarissima sconfitta per 1-0 che ne aveva complicato i piani. In terra inglese, i campioni di Francia hanno mostrato una compattezza e solidità che Luis Enrique ha saputo imprimere nel tempo, sovvertendo ogni pronostico contro la squadra che al momento appariva la principale pretendente al successo finale. In campo, i giocatori hanno messo in pratica ciò che Luis Enrique pretende da sempre e che poche volte ha visto nel passato del PSG quando la rosa pullulava di primedonne come Messi, Neymar e lo stesso Mbappé: attaccare e difendere in 11, da vera squadra.

Può dunque, questo PSG essere ancora più forte di quello in cui giocavano fenomeni assoluti del calibro di Neymar o Messi? La risposta è sì e il motivo si cela dietro alla filosofia che Luis Enrique ha coltivato giorno dopo giorno, mai tradendola malgrado i tanti contrattempi e le difficoltà. Non ultima la partenza proprio di Mbappè alla volta del Real, nella scorsa estate, lasciando il PSG "orfano" della stella più brillante. E' riuscito a trasformare il vuoto in una opportunità che i giocatori hanno recepito del tutto. E che Luis Enrique pretendeva – con difficoltà – anche dallo stesso Kylian: "Se non marchi il centrale difensivo,  questa partita non andrà per il verso giusto. Ho bisogno che tu riesca a marcare il centrale per poter permettere a tutti di pressare. Sì, abbiamo bisogno di tutti, tutti e 11: altrimenti non è abbastanza, perché c'è sempre equilibrio nella partita, o loro o noi".

Frasi che arrivano da un video dello scorso campionato, nello spogliatoio del PSG e che evidenziano il pensiero di Luis Enrique sul concetto di squadra. "Non dobbiamo avere una filosofia per cui lasciare Mbappé a fare quello che vuole e basta, giusto? Anche perché con la filosofia precedente che c'era nel PSG anche con Mbappé non si sono conquistati titoli importanti".

Un nervo scoperto, su cui Luis Enrique ha lavorato nel tempo e ha guarito. Nel PSG di oggi corrono tutti, al di là di curriculum e nomi, e i risultati iniziano a mostrarsi: "Questo è il problema che avete voi giocatori" si sentiva già lo scorso anno pretendere nello spogliatoio, in un altro estratto di un docufilm sulla squadra, centrando il reale problema: "Che siete trattati come degli dei… fortunatamente Kylian è un super talento e una bravissima persona, disponibile e sempre col sorriso sulle labbra, e quando segna 3 gol sembra che nessuno gli possa più dire nulla… Ma ci si offende, perché si è detto qualcosa al fuoriclasse del gruppo. Ma quando gioca male, e accade, bisogna dirglielo, anche se lui lo sa per primo. Normalità, ecco ciò che serve, non succede nulla se lo si fa".

Un pensiero che Luis Enrique ha provato a imprimere allo stesso Mbappé. In un altro estratto, il tecnico si rivolge proprio al suo fuoriclasse: "Ho letto che ti piace Michael Jordan… bene: Michael Jordan correva per tutti i compagni di squadra e difendeva come un figlio di putt*ana. Tu devi essere un vero leader sia come persona che come giocatore: aiutare i compagni, pressare, dare una mano a Ter Stegen. Perché? Perché un vero leader è colui che riesce ad aiutare la squadra anche quando non riesce a fare gol. Aiuta in tutto ciò che è difensivo. Se invece ti poni come esempio anche per difendere, sai cosa abbiamo? Una fott*ta macchina vincente: questo è ciò che voglio che tu faccia, come leader qui". Una richiesta che però non ha mai avuto le risposte pretese sul campo, fino allo strappo nella parte finale di stagione: "Nei due mesi che ti sono rimasti voglio che tu faccia questo, attaccando se vuoi, perché in avanti non c'è nessuno come te, ma devi essere anche il miglior difensore della squadra. Questo significa essere un leader"

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