Il video della lezione di calcio di De Zerbi a Old Trafford: il Manchester Utd non ci capisce nulla
Un minuto e 35 secondi durante i quali il Manchester United ha capito nulla di cosa stava accadendo. Un minuto e 35 secondi di possesso palla prolungato del Brighton, non fine a stesso ma alla ricerca di una linea di passaggio ideale, efficace. Un minuto e 35 secondi per disinnescare la pressione degli avversari portandoli a spasso per il campo fino a quando in area non s'è spalancato il varco giusto per metterla dentro. Una lezione di calcio spiattellata sul muso di ten Hag.
Trenta passaggi come acqua che erode le fondamenta. Tanti ne ha messi in atto la squadra di Roberto De Zerbi aggrappata all'identità e lo stile che il tecnico italiano ha inculcato nella squadra che è sì una rivelazione a livello sportivo ma non per lui che, anche dopo il risultato contro il Red Devils, non è una sorpresa. Ha perso pezzi importanti della rosa che ha conquistato la qualificazione in Europa League ma ha supplito con l'organizzazione e la mentalità, la compattezza di gruppo e la coesione del gioco a quel che il mercato gli ha riservato.
Trenta passaggi, una frustrazione vederli tramutati in gol- A contarli tutti, tocco dopo tocco, si può tracciare la trama dell'azione tessuta con la pazienza del ragno quanto prepara la tela. Tutto nasce dai piedi del portiere, Jason Steele, che rimette in gioco la palla: la passa ai difensori che sono accanto a lui e di lì si dipana il lungo filo rosso che accompagna la squadra fino al gol.
Il Brighton si muove a fisarmonica: segue la folata offensiva dell'esterno, che guadagna metri e spazio, poi si accorcia e vira improvvisamente all'indietro quando si accorge che lì davanti c'è poco spazio. La dissolvenza porta la manovra da una parte all'altra del campo, la sfera (quella che Baggio diceva "non suda") si muove da sinistra a destra senza che gli avversari ne riescono a spezzare il controllo o interrompano l'intreccio ordito dagli avversari.
Le parole di De Zerbi spiegano bene quel che gli spettatori a Old Trafford hanno visto. "Il gioco è cambiato quando abbiamo tenuto la palla – ha ammesso dopo la gara -. In quel momento la loro pressione era forte e tenere la palla ci ha aiutato a controllare la partita e poi abbiamo quattro attaccanti molto veloci e molto bravi".
Tutti per uno. Il tecnico italiano è entrato a tal punto nella testa dei calciatori da toccare le corde giuste, renderli consapevoli che possono tutto, non c'è paura (né avversario) che tenga. "La nostra identità è la migliore che abbia mai sperimentato nella mia vita – è il commento del portiere, Jason Steele -. L'unione è pazzesca, si vince, si perde o si pareggia. Non importa se qualcuno commette un errore. Non importa se regaliamo il pallone o il gol. Siamo compatti intorno al nostro allenatore. Il suo livello di intensità e i dettagli che alleniamo ogni giorno non hanno precedenti".