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La Lazio vince a Napoli solo 1-2: il Var le annulla 2 gol, Luis Alberto la trascina con un tacco magico

La squadra di Sarri si difende bene e perfora in contropiede i partenopei: ne mette in mostra tutta la fragilità difensiva. Luis Alberto illumina i biancocelesti con giocate sopraffine e un tacco magico. Finisce 1-2 con la Lazio che recrimina e schiuma rabbia per i gol annullati col Var, in particolare quello dell’1-3.
A cura di Maurizio De Santis
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Due gol, potevano essere quattro se il Var non avesse annullato la rete di Zaccagni e poi quella di Guendouzi. Fiammate in contropiede. E le perle di Luis Alberto che, tacco a parte, si conferma leader della Lazio per la centralità che ha nel gioco e nelle azioni, per come sta in campo e arringa i compagni. La formazione di Maurizio Sarri replica il copione della scorsa stagione, quando beffò i campioni d'Italia al Maradona.

Solo che questa volta fa più male e viene il sospetto che (forse) con Kim là dietro magari ci sarebbe stata qualche falla in meno. Finisce 1-2, con i capitolini che schiumano rabbia e recriminano, sorridono in maniera sarcastica per il gol non assegnato al neo-acquisto addirittura con la on-field-review. Ci ha messo lucidità, testa, carattere spazzando via i fantasmi per i ko delle prime due giornate e porta a casa un successo pesante.

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È una sconfitta che brucia tanto per come si sono messe le cose, per come la squadra di Garcia ha mostrato una stucchevole debolezza nel lasciarsi prendere in contropiede, inerme rispetto alle folate degli avversari che sono riusciti a difendersi rischiando qualcosa ma si sono rivelati letali con le frecce avvelenate Zaccagni e Felipe Anderson, il genio di Luis Alberto.

Al Napoli l'intensità, l'agonismo, il tentativo di affondare i colpi: dà la sensazione che da un momento all'altro possa spaccare il mondo ma si rivela fragile e ingenuo per il modo in cui viene infilato (a prescindere dalle qualità dell'avversario). Alla Lazio la capacità di serrare i ranghi, compattarsi, alzare un muro contro il quale vanno a battere le buone intenzioni dei partenopei.

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Kvara si accede all'inizio poi poco alla volta si spegne. Osimhen ci mette furore, ma non basta e finisce nella trappola laziale. I primi venti minuti lasciano presagire chissà cosa ma al primo, vero pericolo il Napoli va sotto: guizzo di Felipe Anderson e magia di Luis Alberto che di tacco beffa il portiere.

Gli azzurri hanno una reazione d'orgoglio, la rete presa in quel modo, a due passi da Meret (pure lui sorpreso), dà uno scossone e il Napoli non si lascia pregare. Riprende ad attaccare a testa bassa: la difesa respinge corta una palla dalla destra, Zielinski avanza fino alla lunetta e batte di destro: una deviazione rende vano l'intervento di Provedel.

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Il portiere della Lazio salirà sugli scudi anche in avvio di ripresa ma, come nel primo, sarà solo un fuoco fatuo del Napoli. È la squadra di Sarri che fa quel che vuole quando può e decide di accelerare: Felipe Anderson intercetta un passaggio di Zielinski e parte in contropiede, velo di Luis Alberto per Kamada che incrocia perfettamente col mancino.

La saga delle due reti annullate col Var e la ridda dei cambi (Garcia lancerà nella mischia anche Raspadori, Simeone e il neo azzurro Lindstrom), la Lazio in trincea accompagneranno il match sui titoli di coda. Sarri bestia nera e tanti saluti.

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