Il tweet del Napoli sul “calcio onesto” diventa un caso, reazione nella notte: “È ignobile”
Il tweet del Napoli pubblicato pochi minuti dopo il fischio finale di Atalanta-Inter, match finito 0-0 che interrompe la striscia di 8 vittorie di fila dei nerazzurri, ha sorpreso un po' tutti e fatto cercare una seconda lettura – non esattamente benevola – rispetto al messaggio inneggiante allo sport che tutti hanno potuto leggere.
"Il Calcio Napoli si complimenta con Atalanta e Inter per aver giocato una bellissima partita, fatta di calcio onesto e spettacolare", ha scritto il club azzurro sul social network, facendo diventare immediatamente virale il post. Quell'aggettivo "onesto", messo lì in maniera non casuale, ha fatto pensare ad un possibile riferimento alla Juventus, lanciata all'inseguimento del Napoli per un posto tra le prime quattro nella corsa Champions e reduce poche ore prima dalla vittoria sull'Udinese in cui la tirata di capelli di Bernardeschi nei confronti di Soppy in piena area non era stata ravvisata né da arbitro né da VAR.
Qualcun altro invece ha pensato che il Napoli tirasse in ballo la stessa Atalanta, andando a ironizzare e mettere in dubbio la virtù della Dea. Dunque nella notte il deputato leghista Daniele Belotti, tifosissimo della squadra orobica e già frequentatore della Curva Nord, nonché autore del libro ‘Atalanta folle amore nostro', ha pubblicato un accalorato post su Facebook in cui ha bollato il tweet del Napoli come "offensivo verso tutto il mondo Atalanta", definendolo poi "ignobile" e chiedendo l'intervento del presidente azzurro De Laurentiis per fare chiarezza sul tipo di messaggio mandato.
"Un tweet ufficiale del Napoli offensivo verso tutto il mondo Atalanta. Cosa vuol dire ‘calcio onesto'? Che a Bergamo siamo soliti essere disonesti? Da tifoso atalantino aspetto che la società di De Laurentis spieghi questo assurdo e ignobile post", ha scritto il deputato, che poi contattato dal Corriere di Bergamo ha rincarato la dose: "Una presa in giro? Più che una presa in giro, un insulto".
