Il tweet dall’account di Mino Raiola: “È la seconda volta che mi uccidono in quattro mesi”
"È la seconda volta in quattro mesi che mi uccidono". Il tweet condiviso sui social network attraverso l'account di Mino Raiola mette la parola fine a una mattinata scandita dal tam tam di notizie sulle sue condizioni di salute. È grave ma non morto. Non c'è alcun mistero da svelare, né un giallo da sbrogliare. I medici e i più stretti collaboratori del procuratore sportivo mettono subito un freno alla fuga di indiscrezioni sul decesso.
"Sta combattendo. Indignato da chi specula sulla sua vita", le parole del professore Alberto Zangrillo che all'Ansa smentisce la news che ha fatto il giro del mondo considerata l'importanza e la notorietà del manager. "È in una brutta posizione ma è vivo", aggiunge José Fortes Rodriguez, il braccio destro dell'agente che informa la tv olandese NOS sul reale stato di salute.
La news fa molto rumore. A silenziarlo del tutto è il messaggio che arriva poco dopo ed esprime la rabbia di Raiola, per l'ennesima volta si trova a smentire voci incontrollate sulle sue condizioni. Era successo anche a gennaio scorso, quando il quotidiano tedesco ‘Bild' si sbilanciò rivelando che era ricoverato in terapia intensiva. Non era vero, la realtà dei fatti era un'altra: il ricovero all'ospedale San Raffaele di Milano non era avvenuto d'urgenza ma si trattava di un evento programmato perché si sottoponesse a controlli messi già in agenda.
Ecco perché sono legittimi lo sdegno e il biasimo che si leggono nel testo che ha fatto il giro dei social. "Stato di salute attuale per chi lo chiede: incazzato", è la prima parte del messaggio. Un incipit che rende bene l'idea di quale sia lo stato d'animo della persona che, di nuovo, è costretta a smentire indiscrezioni sulle sue condizioni. Infine, la chiosa con altrettanta amarezza. "Visto che è seconda volta che mi uccidono in quattro mesi – si legge ancora -. Sembra che sono in grado di resuscitare".