Il trucco di Ancelotti prima della finale di Champions: c’era una talpa nello spogliatoio del Real
La vittoria della Champions League, la quarta da allenatore, ha spazzato via ogni cosa. Carlo Ancelotti s'è preso la scena internazionale per l'ennesimo trionfo della carriera ottenuto con molto buon senso, grande pragmatismo e sapienza tattica nell'affrontare il Liverpool. Ha sofferto, resistito e vinto alzando il trofeo sotto il cielo di Parigi, ridotto al silenzio quel rumore di nemici che in alcuni momenti della stagione gli è sembrato un sussurro, una voce di dentro, qualcuno che remava contro e violava la sacralità dello spogliatoio, il più classico "spione", la gola profonda che spiffera ogni cosa alla stampa facendo saltare pre-tattica ed effetto sorpresa.
Il tecnico parlava con la squadra e comunicava le scelte di formazione dando indicazioni su come affrontare il match, in radio e sui social network trapelavano con largo anticipo quale sarebbe stata la squadra titolare che aveva scelto di schierare. Che fosse in campionato, Coppa del Re oppure in Champions questa "strana" coincidenza si era ripetuta troppe volte per essere una pura casualità.
Non era possibile risalire con certezza al responsabile delle "soffiate" ma poteva spezzare questo circolo vizioso. Come? Nella maniera più semplice possibile: giocare a carte scoperte. E così nell'immediata vigilia della partita contro il Getafe ritardò il più possibile la comunicazione dei convocati e dei calciatori che sarebbero scesi in campo. Aspettò fino a mezzogiorno del giorno stesso della partita per avere riprova di ciò che pensava e, successivamente, cambiò strategia.
Ecco perché Ancelotti e il suo staff – tra cui il figlio, Davide, suo più stretto collaboratore – decisero di prendere delle contromisure annunciando con largo anticipo quale sarebbe stata la formazione ufficiale. È successo tanto nella Liga quanto in Coppa: nella sfida decisiva dei quarti contro il Chelsea l'undici di partenza del Real era già noto alle 18.30 (oltre due ore prima del fischio d'inizio) mentre quello degli avversari fu reso pubblico alle 19.50; il copione s'è ripetuto anche in occasione del confronto con il Manchester City che ha spalancato le porte della finale contro il Liverpool e al match stesso contro i Reds a Saint-Denis.
Chi è la talpa? La caccia al colpevole è rimbalzata in Rete e, a mo' di giochino, ha scatenato i tifosi del Real Madrid e provocato reazioni inaspettate. Una in particolare, quella di Isco: il calciatore (in scadenza di contratto) s'era preso la briga di replicare a un utente che lo aveva tacciato di essere il colpevole. Un suo tweet fu emblematico: "Non posso essere io che non sono stato convocato e non ho partecipato al colloquio tecnico. Vai a diffondere il tuo odio altrove".