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Il triste record di Kubo, il fenomeno di Barcellona e Real: zero palloni toccati in partita

Fu etichettato come il “Messi giapponese”, ma al Barcellona costò il blocco di mercato per due sessioni. Poi il clamoroso trasferimento al Real Madrid e i prestiti fino all’attuale militanza nel Getafe, dove nell’ultimo match di Liga ha fatto registrare un piccolo record in negativo: zero palloni toccati in un quarto d’ora.
A cura di Paolo Fiorenza
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Ricordate Takefusa Kubo? Il giapponese ancora deve compiere 20 anni e ha già svariate vite calcistiche alle sue spalle. Il suo nome diventa famoso nel 2011, quando il Barcellona se lo porta a casa in mezzo a una grancassa mediatica che fa etichettare questo piccolo fantasista di 10 anni come il "Messi giapponese".

Un'operazione che solleva parecchie polemiche ed ha anche conseguenze pesanti per il club blaugrana, che nel 2015 viene condannato dalla FIFA per irregolarità nel tesseramento di minorenni. Il mercato dei catalani viene bloccato per due sessioni e come pena accessoria il Barcellona è costretto a dare via Kubo, che torna in patria al FC Tokyo. Ha ancora solo 14 anni.

Da lì gioca 4 anni in Giappone, scalando tutti i gradini delle nazionali giovanili, fino a quella maggiore, dove esordisce nel 2019. È l'anno in cui diventa maggiorenne e prima del compimento del 18simo anno si moltiplicano le voci che vorrebbero un clamoroso ritorno al Barcellona, invece il 14 giugno, esattamente 10 giorni dopo il suo compleanno, viene annunciato l'ancor più clamoroso trasferimento al Real Madrid.

Da lì – senza mai mettere piede in campo con la prima squadra di Zidane – comincia un giro di prestiti che lo vede prima al Maiorca nel 2019-2020, dove pur retrocedendo gioca un'ottima stagione, poi in quella attuale al Villarreal fino a gennaio, ed infine adesso al Getafe. Ed è qua che il suo nome torna all'attenzione, per una statistica davvero inconsueta – per non dire mai vista – e non esattamente lusinghiera.

Succede che nell'ultimo match di Liga, in casa dell'Osasuna, Kubo entri in campo per giocare gli ultimi 13 minuti di partita e non tocchi palla. Ma non nel senso metaforico del termine, ma letterale. Quasi un quarto d'ora di gioco come se non fosse mai entrato, l'assenza totale da qualsiasi voce dello scout, sia pure un contrasto. Zero.

A giugno il fantasista giapponese farà 20 anni ed ha ancora una carriera davanti per dimostrare come il paragone con Messi non fosse del tutto campato in aria. Intanto deve mettersi in saccoccia un piccolo record di cui avrebbe fatto volentieri a meno.

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