Il tremendo sfotto’ di Messi a Yerry Mina: “Adesso non balli più?”
L'Argentina ha battuto la Colombia ai calci di rigore e si è qualificata per la finale di Copa America contro il Brasile. È stato un match intenso, non sono bastati 120 minuti per spezzare l'equilibrio (1-1). Dal dischetto l'Albiceleste ha strappato la vittoria e il pass per conquistare il titolo. Eroe della serata è stato il portiere, Martinez, che ha parato ben 3 penalty ai Cafeteros: l'ultimo, quello decisivo, lo ha respinto a Yerry Mina. Ed è scoppiata la festa, con l'estremo difensore sommerso dall'abbraccio dei compagni di squadra.
Lionel Messi, che nel corso del match ha subito una marcatore asfissiante e ai limiti del regolamento, ha dato tutto. Portava ancora addosso i segni della battaglia (la foto del calzettone sporco di sangue all'altezza della caviglia è stata impressionante). Non ha mai mollato nonostante il trattamento speciale che i difensori avversari gli hanno riservato. E quando si è presentato alla battuto dagli undici metri lo ha fatto con concentrazione assoluta, eseguendo un rigore perfetto: palla da una parte (che s'insacca all'incrocio dei pali alla sinistra dell'estremo difensore), Ospina dall'altra. Al numero uno della Colombia non è riuscito il miracolo come contro l'Uruguay (aveva parato 2 rigori).
Non è riuscito il colpaccio nemmeno a Yerry Mina che contro la Celeste s'era reso protagonista (anche) di una danza verso Muslera (numero uno dell'Uruguay) e di un gesto che non sono piaciuti, considerati poco rispettosi nei confronti degli avversari sconfitti dagli undici metri. Ecco perché prima Martinez lo ha provocato, sussurrandogli "ti vedo preoccupato" con il chiaro intento di distrarlo o innervosirlo, poi dopo l'errore è divenuto oggetto dello sfotto' tremendo dell'ex compagno di squadra nel Barcellona.
"Balla adesso. Cos'è… adesso non balli più?", ha urlato Messi a Yerry Mina prima di correre ad abbracciare il portiere. Non è finita, quando il difensore dell'Everton gli è passato davanti a capo chino ha continuato a canzonarlo alzando le braccia, sbattendo le mani ritmicamente e rivolgendogli cori di scherno ma non offensivi.