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Il tormento di Balotelli è in un episodio del passato: “Se potessi tornare indietro lo cancellerei”

Mario Balotelli ha incassato un’altra delusione con la mancata convocazione da parte di Mancini per i playoff mondiali. È l’ultima amarezza della sua carriera, ma non quella che lo fa soffrire di più.
A cura di Paolo Fiorenza
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Mario Balotelli ci sperava davvero tanto nella convocazione da parte di Roberto Mancini per i playoff che l'Italia giocherà nei prossimi giorni contro Macedonia del Nord e – in caso di successo – contro la vincente tra Portogallo e Turchia. Gli azzurri si giocheranno l'accesso ai Mondiali in Qatar ed erano in molti – non solo il 31enne attaccante bresciano – a dare quasi per certa la chiamata del giocatore dell'Adana Demirspor, protagonista di una buona stagione in Turchia, soprattutto alla luce delle difficoltà azzurre nel reparto offensivo.

Ed invece nell'elenco diramato dal CT ci sono Immobile, Belotti, Scamacca ed il cagliaritano Joao Pedro, che ha soffiato il posto in extremis a Balotelli. Un momento non facile per Super Mario, che va ad aggiungersi ad altre amarezze vissute nella sua carriera, alcune delle quali con la compartecipazione della sua responsabilità. C'è un episodio in particolare che l'attaccante vorrebbe rivivere, per far andare le cose in maniera diversa.

Mario Balotelli in Turchia
Mario Balotelli in Turchia

Era il 20 aprile 2010, si giocava a San Siro Inter-Barcellona, semifinale di quella Champions League che poi i nerazzurri avrebbero vinto sotto la guida di José Mourinho. Balotelli gettò a terra la maglietta nerazzurra e da quel momento nulla fu più come prima: "È un episodio che se potessi cancellerei, certamente. Volevo troppo bene ai tifosi dell'Inter, stavo troppo bene all'Inter – spiega a DAZN – In quella partita ero entrato bene, avevo sbagliato un passaggio e hanno cominciato a fischiarmi, cosa che non era mai successa. L'ho presa male".

La storia con l'Inter sarebbe potuta andare diversamente ed oggi forse si potrebbe parlare di Balotelli bandiera nerazzurra con la fascia di capitano al braccio. Il bresciano ammette che gli sarebbe piaciuto diventare un simbolo interista: "Sarebbe stato bello, era quello l'obiettivo, con Moratti avevamo parlato di questo, che potevo stare quanto volevo. Se qualche tifoso dell'Inter in passato mi ha odiato lo posso anche capire sinceramente. Io ho dato tanto all'Inter, però ho anche sbagliato in determinate situazioni come la storia della maglietta. Poi anni dopo sono andato al Milan e quindi se qualche tifoso dell'Inter mi ha insultato, ovviamente non con insulti razzisti, lo capisco anche…".

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