Il timore di Chiellini per la sua Juventus: “Mino Raiola ci faccia il piacere”
Nella prepotente risalita della Juventus in campionato dopo il disastroso avvio di stagione c'è tanta parte di Giorgio Chiellini: la blindatura della difesa di Allegri coincide esattamente col ritorno a pieno regime del capitano nel cuore della retroguardia bianconera. A 37 anni è dura rimettersi in moto dopo qualche problema fisico, le ulteriori difficoltà della pandemia hanno reso problematici gli ultimi mesi per Chiellini. Al punto che il toscano confessa di aver pensato anche ad appendere le scarpette al chiodo.
"Ho vissuto un periodo duro dopo l'infortunio – racconta a DAZN – sono rientrato dopo sei mesi e poco dopo è scoppiato il Covid. Per quasi un anno ho fatto fatica a ritrovare il giusto equilibrio ed il pensiero del ritiro si è fatto strada nella mia testa: sono stati gli Europei a tenermi in piedi, la voglia di esserci a tutti i costi".
La presenza di un tecnico che lo conosce bene e lo stima come Massimiliano Allegri è stata fondamentale: "L'ho ritrovato molto carico, è una certezza per i prossimi anni della Juve: garanzia di continuità e di cosa vuol dire essere alla Juventus. Lui e Conte sono stati gli allenatori più importanti della mia carriera nonostante siano così diversi, ma accomunati dall'essere vincenti. Da loro ho imparato a superare gli ostacoli attraverso l'etica del lavoro e ad affrontare le sfide anche con un pizzico di leggerezza".
Da leader della squadra ma anche suo primo tifoso per il futuro – è molto probabile che dopo il ritiro resterà nella Juve con un ruolo dirigenziale – Chiellini manda poi un messaggio a Mino Raiola, che nei mesi scorsi ha gettato più di un'ombra sul percorso in bianconero di Matthijs de Ligt. La stima per il giovanissimo compagno di reparto va di pari passo col timore di perderlo: "È fortissimo, io lo chiamo Thor. Se fosse stato italiano sarebbe stato più facile da tenere per tanti anni, mi auguro che Mino ci faccia il piacere di lasciarlo ancora un pò di anni a Torino". Detto da calciatore e da futuro dirigente: non bisogna farsi scappare de Ligt.