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Il tifoso della Pro Patria non ce l’ha fatta: i medici ne hanno dichiarato la morte cerebrale

Raffaele Carlomagno, 42 anni, era caduto nel fossato dello stadio di Novara in occasione di un match del campionato di Serie C. Aveva fatto un volo di sette metri e battuto con violenza la testa. Il cordiglio del club: “L’ultimo regalo che ci hai lasciato è stata la donazione degli organi e questo fa capire ancora di più il tuo valore. Ora fai il tifo da lassù per i tuoi biancoblù”.
A cura di Maurizio De Santis
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Raffaele Carlomagno è il tifoso della Pro Patria morto a 42 anni a causa delle gravi lesioni riportate dopo essere caduto nel fossato dello stadio Piola. Il 25 gennaio scorso è avvenuto l'incidente fatale: il sostenitore si trovava nel settore ospiti per seguire il match del campionato di Serie C (girone A) giocato dalla sua squadra contro il Novara e cadde nel canale che separa gli spalti dal rettangolo verde. Fece un volo di sette metri, l'impatto col suo suolo fu tremendo.

Trasportato in ospedale, le sue condizioni apparvero subito gravissime per il violento colpo alla testa subito: è deceduto dopo otto giorni di agonia. I medici del reparto di Rianimazione dell'ospedale Maggiore ne hanno dichiarato la morte cerebrale: non risponde ad alcun stimolo, nessun altro trattamento sanitario può aiutarlo e, una volta confermata a diagnosi, è stato considerato legalmente morto.

"Aurora Pro Patria 1919 – si legge nella nota ufficiale della società – in tutte le sue componenti è vicina e porge le più sentite condoglianze alla famiglia di Raffaele e a tutti i tifosi biancoblu. Non avremmo mai voluto scrivere questo messaggio di cordoglio: buon viaggio Raffa, ultrà biancoblu per sempre".

L'incidente allo stadio: Carlomagno precipita nel vuoto

La tragedia s'è verificata al termine della partita persa (2-1) dalla Pro Patria a Novara. A fine incontro i calciatori si sono recati verso lo spicchio d'impianto dove si trovavano i loro sostenitori per salutarli e ringraziarli. È stato allora che, forse per essersi sporto troppo dalla balaustra, Carlomagno è finito nel fossato battendo la testa. La corsa in ospedale non è servita: è rimasto in Terapia intensiva in coma farmacologico fino a oggi, quando è arrivata la comunicazione più triste.

"Non si può morire per una partita di calcio, ma il destino non conosce il buonsenso e ha sentenziato nel modo più orribile – si legge ancora nella nota di cordoglio della società di Busto Arsizio (in provincia di Varese) -. Ciao Raffaele, sei stato e sempre sarai uno di noi, con la nostra stessa passione, col sangue biancoblu. Hai dato tutto per questa maglia, persino la vita. L'ultimo regalo che ci hai lasciato è stata la donazione degli organi e questo fa capire ancora di più il tuo valore. Ora fai il tifo da lassù per i tuoi biancoblu. Il Pro Patria Club è vicino ai famigliari con le più sentite condoglianze".

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