Il tifoso che molestò Greta Beccaglia rischia molto: chiesto rinvio a giudizio per violenza sessuale
A distanza di più di sette mesi, la vicenda che vide la 27enne giornalista fiorentina Greta Beccaglia molestata all'esterno dello stadio Castellani al termine di Empoli-Fiorentina torna d'attualità per un importante sviluppo sul piano giudiziario. La Procura ha infatti chiesto il rinvio a giudizio per Andrea Serrani, il 45enne ristoratore marchigiano che in diretta televisiva – durante il collegamento dell'inviata – le aveva dato una pacca sul sedere mentre passava alle sue spalle, allontanandosi poi velocemente.
La giornalista reagì, dicendo all'uomo "non puoi fare questo, mi dispiace", mentre un po' infelicemente dallo studio le consigliavano di "non prendersela". Tempo poche ore e la vicenda esplose mediaticamente, con la Digos che riuscì in poco tempo ad individuare la persona responsabile del gesto, incrociando il video di Toscana TV – in cui si vedeva l'uomo palpeggiare la giornalista – con i filmati delle telecamere di sorveglianza dello stadio e dei tornelli. Serrani si difese parlando di una "goliardata", la Beccaglia da parte sua volle andare in fondo alla vicenda, denunciando il molestatore.
"Pensa davvero di non aver fatto nulla di male? Una goliardata, dice. Giustificata dalla rabbia perché la Fiorentina aveva perso? Definire goliardia una molestia significa non aver capito la gravità di un atto – si sfogò la donna – Sono dichiarazioni irricevibili. Mi pare che peggiorino tutto. E comunque io ho fatto la mia denuncia in Questura. Denunciare è importante, e spero che, vedendo me, altre lo facciano".
Dal canto suo, il ristoratore provò a fare ammenda: "Non merito la gogna mediatica che si è scatenata contro di me, non ho mai fatto male a nessuno e vivo la mia vita lavorando. Per me, in quel momento, era solo un gesto goliardico e invece si è scatenato il putiferio. Porgo le mie scuse a Greta Beccaglia, sono pronto a farlo pubblicamente, anche in diretta TV se serve. Non volevo offenderla o mancarle di rispetto. Nel mio locale lavorano diverse donne e possono testimoniare che ho profondo rispetto per loro, non ho mai dato fastidio a nessuno. Penso che chi vuol davvero abusare sessualmente di una persona si rende protagonista di ben altri gesti. È stato uno sbaglio, non sto bene, a casa stiamo passando tutti i dispiaceri possibili del mondo. Uno lavora una vita e poi guardate cosa succede".
Parole che non hanno fermato la denuncia della giornalista, che ora arriva a uno snodo cruciale: secondo la Procura, quella manata rifilata il pomeriggio del 27 novembre 2021 non è stata un atto di goliardia o una bravata, ma un gesto classificabile come violenza sessuale e per questo – dopo aver concluso le indagini, come riferisce il Corriere Fiorentino – ha chiesto di mandare a processo Serrani con questo pesante capo di imputazione. La legge italiana infatti non prevede il reato di molestie sessuali, bensì quello generico di molestia o disturbo alle persone arrecato per una ragione riprovevole.
Quando tuttavia qualcuno costringe un'altra persona a compiere o subire atti sessuali – intesi non solo come rapporti sessuali completi, ma anche come toccamenti, palpeggiamenti e sfregamenti delle zone erogene, anche se fatti sopra i vestiti e in modo fugace – si integra il reato di violenza sessuale, disciplinato dall'articolo 609 bis del Codice Penale. Un reato punito con la reclusione da 6 a 12 anni. Nei casi di minore gravità la pena può essere ridotta, ma in misura non eccedente i due terzi. Dopo il Daspo, che già gli fu comminato all'epoca dal questore di Firenze, Serrani rischia ora un processo che potrebbe avere conseguenze per lui molto pesanti. Oltre al ristoratore, resta indagato anche un altro tifoso toscano, un 45enne che in quegli stessi momenti avrebbe importunato verbalmente Greta Beccaglia: intanto è stato già daspato anche lui.