Il tifoso che ha rivolto insulti razzisti a Maignan: “Volevo fare una goliardata, avevo bevuto”
A mente fredda, Davide Gabrielli – il 40enne operaio di Polesella, in provincia di Rovigo, che in occasione di Juventus-Milan ha rivolto insulti razzisti a Mike Maignan – ha capito di aver fatto una sciocchezza colossale. Una follia ancora più inspiegabile considerando che il tifoso bianconero è un sindacalista e quindi dovrebbe avere una sensibilità particolare in materia di diritti delle persone. Ed invece quelle orribili urla – "negro", "scimmia", intercalate da bestemmie irripetibili – non soltanto sono state lanciate da una tribuna dell'Allianz Stadium a pochi metri dal portiere rossonero, ma sono anche state ascoltate da tutta Italia, visto che la ‘prodezza' è stata anche immortalata in un video con uno smartphone.
Individuato grazie al sistema di telecamere dell'impianto della Juventus, Gabrielli deve adesso affrontare le conseguenze penali delle sue azioni, assieme ad un altro tifoso che era al suo fianco in quel momento: i due infatti sono finiti sotto inchiesta della procura di Torino con l'accusa di esternazioni aggravate dall'odio razziale. Inoltre il sostenitore bianconero non potrà più assistere alle partite della Juve, visto che il club di Agnelli ha la possibilità – di cui si avvarrà – di poter bandire dal proprio stadio tifosi che si macchino di comportamenti di questo tipo.
Ma forse ancora peggio di tutto questo è la figuraccia fatta da una persona che ha mostrato a tutti un volto esecrabile, con parole indifendibili da qualsiasi parte e con qualsiasi attenuante le si voglia guardare. Investito dalla gogna mediatica, Gabrielli sceglie di parlare alla Voce di Rovigo per cospargersi il capo di cenere: "Sono stato uno stupido. Quella cosa orrenda non mi appartiene e chiedo scusa a tutti, a partire da Mike Maignan. Io non sono mai stato razzista, quella sera avevo bevuto un po' troppo, volevo fare una goliardata e invece mi sono fatto prendere la mano. Ero fuori di testa e ho fatto una cosa indifendibile. Me ne assumerò le conseguenze e chiedo fin da ora la possibilità di incontrare il portiere del Milan per scusarmi di persona". Adesso è attesa la risposta del portiere francese, che nelle ore successive a quanto accaduto allo Stadium aveva postato un messaggio gonfio di orgoglio: "Non sono una ‘vittima' del razzismo. Sono Mike, in piedi, nero e orgoglioso. Finché potremo usare la nostra voce per cambiare le cose, lo faremo".