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Il tecnico irride un proprio giocatore, la frase razzista è raccapricciante: tutti fan finta di nulla

Il ct dell’Under20 del Perù ha pesantemente insultato in campo un proprio giocatore, reo di una simulazione. Parole irripetibili, uno scandalo nazionale e una denuncia da parte del Ministero della Cultura. Ora l’allenatore rischia 2 anni di carcere.
A cura di Alessio Pediglieri
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Un insulto inqualificabile, tra il serio e il faceto davanti al quale nessuno ha mosso un dito. La triste scena è andata in onda durante una partita di Futsal in Perù quando il tecnico dell'Under 20, Francisco Melgar, si è rivolto verso un proprio giocatore, Denilson Zegarra, appena ammonito per simulazione. Peccato che la frase razzista sia andata anche in diretta TV e abbia sollevato uno scandalo di portata nazionale a tal punto che un paio di giorni dopo il ct è stato sollevato dall'incarico e denunciato.

"Ecco, sei ner*, e allora? Questo è il tuo problema, amico!". Una frase inaccettabile per la violenza insita nelle parole e per un concetto a evidente sfondo razzista che ha fatto inorridire prima tutto il Perù poi, via social, il mondo interno e non solo dello sport. Autore, Francisco Melgar il ct della nazionale Under 20 che si è rivolto a Zegarra irridendolo e denigrandolo durante un timeout di una partita di futsal valevole per il Campionato Sudamericano, contro il Paraguay.

Parole che sono finite dentro l'audio di una trasmissione in diretta della CONMEBOL, scatenando immediatamente una feroce polemica etnico-razziale, divampata a tal punto da costringere il governo del Perù a intervenire direttamente per la gravità delle espressioni razziste usate dall'allenatore peruviano nei confronti del suo giocatore.

La vergognosa sequenza filmata, ha avuto luogo lo scorso 11 settembre al "José María Vargas Dome" di La Guaira in Venezuela, durante una interruzione di gioco avvenuta poco dopo che l'arbitro venezuelano Félix Rumbos aveva ammonito Denilson Zegarra per aver simulato un fallo. Pochi secondi dopo, il suo allenatore Francisco ‘Churre' Melgar ha chiesto un timeout e il giocatore, con il numero 7 sulla schiena in basso nel filmato, è arrivato alla sua panchina visibilmente turbato per quanto accaduto poco prima. Proprio in quel momento Melgar lo ha platealmente ripreso davanti ai compagni, apostrofandolo pesantemente.

La frase, che si sente perfettamente nell'audio del video, è stata sentita dagli altri componenti della squadra, ma nessun compagno di Denilson ha avuto la benché minima reazione davanti all'atteggiamento inaccettabile del ct. Un atteggiamento che ha disgustato alla pari delle parole razziste, che non sono sfuggite agli spettatori che erano collegati al live streaming sul canale YouTube della Confederazione sudamericana di calcio. Così, è diventato immediatamente virale il video con il commento offensivo a tal punto che il Ministero della Cultura peruviano ha deciso di sporgere denuncia alla Procura il ct per "atto di discriminazione etnico-razziale".

"Qualsiasi espressione discriminatoria rafforza gli stereotipi che riproducono e perpetuano un'immagine negativa di coloro che compongono il popolo afro-peruviano" ha sottolineato il Ministero della Cultura che ha poi concluso: "Questo atto di discriminazione etnico-razziale nello spazio sportivo riflette che il problema del razzismo è ancora presente e normalizzato nel nostro ambiente, colpendone la dignità".

Ha poi imposto alla Federcalcio di prendere immediati provvedimenti nei confronti di Melgar, con la FPF che ha emesso un comunicato in cui "si respinge totalmente qualsiasi atto di razzismo o discriminazione dentro e fuori dai campi. In questo senso, un'indagine interna su quanto accaduto è già in corso. Saranno raccolte le versioni e le posizioni dell'allenatore e del giocatore Denilson Zegarra. I risultati di questa indagine saranno resi noti a tempo debito".

Peccato che la Federcalcio, nel frattempo non abbia preso alcun provvedimento nei confronti di Melgar che, però, sul fronte della legge ordinaria rischia grosso: in base al Codice Penale del Perù la persona che commette il reato di discriminazione a sfondo razziale può essere condannata ad almeno due anni di carcere e ad almeno 60 giorni di prestazione di servizi alla comunità.

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